se gli diciamo in anticipo che andremo da qualche parte, lui, pur essendo contento, va in ansia, e la maggior parte delle volte si ammala il giorno prima di partire (con conseguenze devastanti sul mio umore)
febbre o non febbre, all’inizio dice di non volersi muovere da casa, e fa di tutto per boicottare il viaggio a colpi di capricci (con conseguenze devastanti su un “progetto educativo” – come dicono le brave tate – basato sulla ragionevolezza e sul dialogo).
Per fortuna in realtà, quando si trova sul posto, lui è curioso di tutto, della gente, dei palazzi e anche del cibo. E ci regala una splendida opportunità: quella di guardare con i suoi occhi realtà a noi già note, scoprendone aspetti sempre nuovi. Granada, Parigi, Firenze, sono state proprio così: estenuanti (perché lui si fermava davanti a tutte le vetrine, a tutti i palazzi, a tutte le fontane…) e meravigliose (nel senso proprio del termine, ché meraviglie erano quelle che lui ci proponeva).
Perciò come fare? Da un po’ di tempo abbiamo adottato questa tecnica: non gli diciamo che stiamo andando via se non all’ultimo momento, quando lo coinvolgiamo nella preparazione del suo bagaglio (cosa che lo fa sentire molto, molto orgoglioso), e poi, semplicemente, via! Con una precauzione: non si va da nessuna parte senza il flacone di antipiretico (in un’altra occasione sono stata ripresa per l’uso del nome commerciale di un farmaco). Mica perché temiamo che si ammali, eh? Solo come talismano!
di Giuliana (mamma nella rete)