*di Daniela Poggi
Se qualcuno ci dicesse che si studia meglio giocando, probabilmente non gli crederemmo. I nostri ricordi di lunghe sere sui libri, esercizi ripetitivi e ripassi monotoni hanno lasciato un’idea dello studio ben lontana dal gioco. Forse può essere proprio la voglia di non avere di nuovo a che fare con il ripasso noioso che stimola a cercare nuovi modi per studiare.
Negli ultimi anni c’è molta attenzione verso la game theory, la proposta di una didattica basata sul gioco che riesce a migliorare la voglia di studiare e l’apprendimento stesso dei concetti riportandoli in ambiente ludico. Se un bambino ha davvero capito un concetto, è in grado di affrontarlo da più punti di vista e per metterlo alla prova non c’è niente di meglio di un gioco.
Sappiamo benissimo che i bambini si lasciano coinvolgere dai giochi, assimilando velocemente regole e strategie. Ecco cinque idee per trasformare il ripasso in una attività divertente:
- per chi ama le sfide: interrogare un genitore a sorpresa. Chiedere a un bambino di sfidare un genitore sull’argomento che deve studiare, è una idea che accoglierà con divertimento, se gli chiediamo di scrivere lui stesso le domande, lo avremo aiutato senza che se ne accorga a rielaborare i concetti e questo esercizio sarà prezioso per sviluppare in lui il ragionamento;
- per chi ama le attività creative: realizzare un lapbook. I lapbook sono agevoli libretti realizzati piegando su se stesso un cartoncino come se fosse un depliant in cui il bambino può riassumere le nozioni più importanti di un argomento utilizzando disegni, ritagli, nascosti magari in modo creativo sotto flap o finestrelle;
- per chi ama gli enigmi: cercare l’informazione nascosta. Scegliamo in biblioteca un libro sull’argomento di studio che sia adeguato all’età del bambino. Se gli chiediamo di leggerlo come ripasso, non troverà la proposta molto accattivante, a meno che non lo si sfidi a trovare almeno tre informazioni che non conosceva;
- per chi ama i giochi di ruolo: fingersi l’insegnante. Spiegare la lezione alla mamma o a un fratellino più piccolo stimola nel ripasso l’attenzione a ricreare un ordine logico nei concetti appresi e se serve un po’ di divertimento si possono inventare travestimenti o versioni comiche di una lezione seria;
- per chi ama disegnare: completare con immagini uno schema o una mappa concettuale, disegnare una scena che rispecchi un periodo storico, o una immagine stilizzata che rappresenti una regola matematica o di ortografia.
*Daniela Poggi è mamma e autrice del blogwww.scuolainsoffitta.com. Ha pubblicato il libro “Mamma, la scuola!” (Armando editore)
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