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Sostegno dopo un aborto: l’esperienza di CiaoLapo raccontata da Claudia Ravaldi

di mammenellarete - 16.05.2011 - Scrivici

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In Italia non è ancora frequente in clinica o in ospedale occuparsi dell'assistenza a madri che hanno subito un aborto o perso un bambino appena nato. La morte prenatale e quella postnatale non vengono considerati traumi per cui supportare con il dovuto sostegno medico i genitori che purtroppo subiscono la perdita. A questo proposito abbiamo ascoltato la dottoressa Claudia Ravaldi, psichiatra, psicoterapeuta cognitivo comportamentale e presidente dell'Associazione CiaoLapo, che ci ha parlato di come poter sostenere i genitori che affrontano un lutto perinatale e postnatale, con supporto di medici, psicologi e genitori stessi.

CiaoLapo

Mamme nella rete - Come è nata CiaoLapo, cosa fa e come diffondete le vostre attività?

 

Dott.ssa Claudia Ravaldi - CiaoLapo Onlus è una associazione scientifico-assistenziale che si occupa di offrire supporto strutturato a chiunque perda un bambino durante la gravidanza o dopo la nascita. È nata nell’aprile 2006 a seguito di un’esperienza personale dei fondatori. Io e mio marito, medici e ricercatori, abbiamo perduto il nostro secondo figlio, Lapo, a termine di gravidanza. A questo tragico evento di vita, assimilabile ad un vero e proprio lutto traumatico, si è purtroppo associata l’assenza di supporto in ospedale e sul territorio, sia dal punto di vista psicologico che medico. “Sono cose che capitano e non c’è causa”, “È molto molto raro” “Fanne subito un altro, perché sei sana”.
Abbiamo ritenuto inconcepibile questo vuoto assistenziale, e come medici abbiamo percepito come dissonante, per non dire falso, questo fatalismo “succede e basta, non pensarci più” associato ad uno dei lutti più sconvolgenti per una donna e per una coppia.

 

Dopo qualche notte insonne, e dopo avere cercato altrove, nelle banche dati scientifiche internazionali, abbiamo scoperto tutto un mondo, fatto di ricerche mediche, approfondimenti diagnostici, protocolli per il supporto ai genitori, letteratura sull’approccio psicologico da tenere con i genitori e le famiglie che perdono i figli durante la gravidanza o dopo il parto. La ricchezza dei dati disponibili in lingua inglese e lo scambio proficuo con numerosi ricercatori e colleghi, e soprattutto con alcune associazioni di genitori e professionisti sparse un po’ in tutti i continenti, ci hanno stimolato a utilizzare le nostre competenze professionali e la nostra esperienza come genitori in lutto per costituire la prima associazione italiana avente come scopo il supporto ai genitori, la formazione degli operatori coinvolti nell’assistenza, e la ricerca scientifica.

 

Dalla fondazione ad oggi sono passati 5 lunghi e fruttuosi anni nei quali è stato possibile creare importanti sinergie con aziende ospedaliere, enti, università e singoli professionisti sparsi in tutta Italia.

Attraverso il sito web sono per la prima volta presenti in Italia informazioni continuamente aggiornate sia sugli aspetti medici che su quelli psicologici legati ad un lutto prenatale o postnatale, gratuitamente disponibili per tutti, e sempre più numerose sono le richieste di collaborazione e formazione in diverse realtà italiane.

 

Una grande parte del lavoro è stata spesa sulla promozione della cultura sociale relativa al lutto prenatale e postnatale. Molte delle nostre iniziative sono pensate per diffondere la conoscenza di questo fenomeno così diffuso e così invalidante dal punto di vista psicologico, nel tentativo di restituire a questo lutto la sua dignità. Nella campagna del “BabyLoss Awareness Month” , che si tiene in tutto il mondo ed anche in Italia ogni mese di Ottobre, ci impegniamo a aumentare la conoscenza del fenomeno “lutto in gravidanza o dopo il parto” e di cosa accade a una persona in lutto, a restituire dignità al bambino perduto e riconoscere sempre lo status di genitori, comunque, ai genitori in lutto. Questo ha permesso nel tempo di iniziare ad infrangere il tabù intorno al lutto perinatale, costruendo una rete di supporto sia telematica che sociale, sempre più diffusa.

 

CiaoLapo

Ogni attività dell’associazione ha come scopo quello di fornire supporto ai genitori, facilitare l’elaborazione del lutto e promuovere le conoscenze generali, culturali e sociali, ma anche specialistiche su questo tema, ancora oggi ignorato negli insegnamenti accademici di medicina, psicologia e ostetricia.
CiaoLapo promuove l’aggiornamento continuo sui temi della morte prenatale e perinatale, ed ha organizzato ad oggi 10 eventi formativi, pubblicato 4 testi rivolti sia ai genitori che agli operatori, sviluppato una linea di brochure divulgative scaricabili gratuitamente dal sito; promuoviamo numerose altre attività, in diverse regioni d’Italia, tutte visibili nel calendario della home page.

CiaoLapo ha inoltre partecipato come unica realtà italiana alla realizzazione di un numero monografico della prestigiosa rivista The Lancet, tutto incentrato sulla morte in utero, facendosi promotore in Italia di una cultura medica altamente specialistica ad oggi scarsamente diffusa nei punti nascita nazionali.

Molte persone trovano grande giovamento semplicemente nel reperire le corrette informazioni sul lutto e sugli aspetti medici e psicologici, e ogni giorno ricevo mail da genitori che pur non essendosi mai iscritti al sito web, desiderano condividere con me i loro miglioramenti, e la loro nuova serenità, semplicemente ringraziandomi di avere creato l’associazione e la comunità online.

Alcune volte i genitori preferiscono al web gli incontri di automutuoaiuto in gruppo, che teniamo ormai da anni in alcune città italiane, dopo attenta formazione degli operatori volontari che organizzano i gruppi e dopo supervisioni mensili d’equipe, che per i nostri operatori sono obbligatorie. Il lutto è sempre un evento di vita altamente traumatico, e le chance di buona risoluzione dipendono anche dal corretto approccio di operatori e volontari. Dunque per CiaoLapo è indispensabile formare i volontari e aggiornarli continuamente per migliorare l’efficacia degli interventi.

CiaoLapo è un associazione apolitica, apartitica ed aconfessionale: lavoriamo in modo laico sul lutto, proponiamo un modello di informazione e di autoaiuto che ricalca alcune esperienze virtuose di altre associazioni internazionali di cui siamo membri, e teniamo conto del dolore dei genitori e delle loro risorse per prevenire lutti complicati, e quindi disturbi psichiatrici, come ansia o depressione. Per questo fine, l’associazione accoglie chiunque sia colpito dalla morte di un bambino in gravidanza o dopo il parto, soffra per il lutto, e desideri intraprendere un percorso di elaborazione rispettoso di tempi, modi e vissuti.

Una regola dell’associazione è l’ascolto consapevole e non giudicante di se stessi e degli altri. In questa ottica, qualunque lutto associato alla morte di un bambino durante la gravidanza o dopo la nascita trova un suo spazio di comprensione e di ascolto, libero da qualunque giudizio, stereotipo o critica.

Il giardino degli angeli

MNR - Quante donne ogni anno di rivolgono a voi dopo un aborto, si tratta di donne che hanno abortito consapevolmente o che lo hanno subìto, e quali sono le differenze tra le due?

Dott.ssa Claudia Ravaldi - Le statistiche italiane ci dicono che una gravidanza su sei non si conclude con la nascita di un bambino in salute, ma si arresta strada facendo, con la morte del bambino. Sfortunatamente il numero delle morti precoci o tardive durante la gravidanza è ancora alto anche in Italia, tanto che ogni anno almeno 200000 donne vanno incontro ad un aborto nella prima metà della gravidanza. A queste si aggiungono le donne che interrompono la gravidanza nel primo o nel secondo trimestre (circa 100.000), e i circa 4000 genitori annui che perdono un figlio per morte intrauterina o per le complicanze legate alla prematurità o alla morte post natale.

Su CiaoLapo ci sono ad oggi quasi 600 testimonianze di altrettante madri, alcune delle quali reduci da un interruzione terapeutica di gravidanza. Non ci sono differenze sostanziali nei modi del lutto, nei pensieri e nelle emozioni successive alla perdita, e certo non ci sono differenze nell’accoglienza. Più spesso che dopo un lutto postnatale, o a termine di gravidanza, le madri con una pregressa interruzione terapeutica di gravidanza sentono fortemente il bisogno di cercare subito una nuova gravidanza, in parte stimolate da colleghi poco informati sul lutto perinatale e sulle sue conseguenze, e vivono le gravidanze successive con maggiori sensi di colpa rispetto alle madri a cui “è capitato”.

Questi dati sono una prima indagine del campione di genitori di CiaoLapo, che è ancora troppo piccolo per avere una significatività statistica. Dunque, non possiamo dire che ci siano differenze nette tra i due gruppi, ma possiamo individuare la tendenza a differenziarsi per alcuni aspetti, tra i quali appunto la ricerca immediata di una nuova gravidanza, la colpa e la difficoltà a sentirsi “buone madri”.

CiaoLapo

MNR - C'è abbastanza informazione o supporto per le madri che abortiscono consapevolmente?

Dott.ssa Claudia Ravaldi - L’Italia, contrariamente a quanto avviene nei paesi di stampo anglosassone, non è attualmente in grado di fornire a livello nazionale un supporto e un aiuto professionale alla coppia o alla donna che si trovano a dover prendere una decisione difficile, traumatica e molto spesso sofferta. Come spesso accade quando non si è culturalmente pronti e preparati a valutare un problema nella sua complessità, ancora oggi le donne e le coppie che scelgono l’aborto, per qualunque motivo previsto dalla legge, si trovano ad affrontare non solo il loro lutto, comunque presente, perché connaturato alla scelta di perdita, o di interruzione di un legame, ma anche i traumi secondari derivanti dal giudizio gratuito, dal rifiuto di mantenere la continuità delle cure associate all’interruzione di gravidanza, all’isolamento psico-sociale.

Sono molto pochi gli spazi sociali per chi affronta l’interruzione di gravidanza, e questi spazi sono troppo spesso politicizzati o orientati in senso moralistico o religioso. Posto che l’aborto è regolamentato da leggi dello stato, e posto che ognuno di noi come individuo può avere le proprie opinioni relative al fenomeno, e agire in conseguenza su di sé, tutto questo non dovrebbe condizionare minimamente la cura delle persone che sono poste di fronte ad una scelta, e che ne devono poi affrontare le conseguenze sul piano fisico e sul piano psicologico.

CiaoLapo sta lavorando con molte coppie reduci da un aborto terapeutico, e i gruppi di genitori in lutto di CiaoLapo, basati sull’ascolto non giudicante e sull’accoglienza del lutto in quanto tale sono un esempio di come ognuno di noi, se posto nelle giuste condizioni, possa sviluppare le sue risorse personali e affrontare il lutto a prescindere da età gestazionale del bambino perduto, cause di perdita, interruzioni spontanee o volontarie e via discorrendo.

Giardino degli angeli

È opportuno sapere, quando si parla di aborto, che la colpa, l’accusa, il biasimo altrui e la spettacolarizzazione spesso fine a se stessa di un evento tanto intimo quanto drammatico rendono il lutto inelaborabile, e sono destinati a lasciare “strascichi” vita natural durante. Strascichi che le donne pagano in termini di malattia psichica, di separazioni, di patologie psicosomatiche talvolta molto gravi.

Un aborto, qualunque sia la causa, è una perdita che ha effetti psicologici importanti e traumatici nella vita dei genitori che lo vivono, nella seconda parte dell'intervista parleremo con la dott.ssa Ravaldi della sindrome post-aborto e dei modi per sostenere chi si trova ad affrontarla.

Leggi la seconda parte dell'intervista>>

Foto: Flickr

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