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Trombo al cordone ombelicale. Dopo un anno esatto il piccolo Christian è tornato da me

di mammenellarete - 15.01.2021 - Scrivici

neonato
Fonte: Shutterstock
Ho perso Christian alla 37esima settimana di gravidanza, a causa di morte in utero dovuta a un trombo al cordone ombelicale. Ero disperata, ma, dopo un anno, sono rimasta incinta di nuovo. Ora sono mamma di un bimbo che ha lo stesso nome, Christian, ha 4 anni. Sono convinta che l'anima del piccolo che se ne è andato sia in quella del mio piccolo eroe.

In questo articolo

La storia di Christian, bimbo mai nato e poi "tornato"

Questa è la storia di Christian, il mio bimbo mai nato e poi "tornato". Scopro con grande gioia e sorpresa la gravidanza nel settembre 2014. Perfetta, senza alcun problema: visite, parametri, ecografie, strutturale. Tutto perfetto. Una notte, a 37 settimane, faccio uno strano sogno che mi fa svegliare la mattina con grande preoccupazione. Al risveglio penso: "Sarà solo un sogno...". E non ci presto più attenzione.


Due giorni dopo, una sera, ceno e come di consueto mi metto sul divano a "giocare" con il mio bimbo. Non lo sento, allora mangio qualcosa di dolce e lo "faccio svegliare". Niente, nemmeno con il dolce. L'ansia inizia a salire, ma allo stesso tempo mi dico non posso andare in ospedale per ogni minima preoccupazione. Starà dormendo! Invece una mamma lo avverte... sento che c'è qualcosa che non va. Non passano nemmeno 10 minuti che telefono a mia madre e alla fine si va in ospedale. Esco di casa con una brutta sensazione.


Arrivo in ospedale, monitoraggio attaccato: non si trova il battito. Aspetta, girati, mettilo più stretto, niente... si chiama il medico e facciamo l'ecografia. Arriva, posiziona l'ecografo quasi sorridendo perché mi vede preoccupata, poi non parla più. Vedo il suo viso cambiare colore... rivolgo gli occhi verso l'alto e penso che sia impossibile che stia accadendo una cosa del genere.


In pochi secondi mi ritrovo piena di flebo. Tentiamo un cesareo d'emergenza. "Tiriamolo fuori e vediamo di rianimarlo", sento. Poi non ascolto più nulla... Mi addormentano. Di lì a poco, ancora dormiente, come una che già sa la risposta, ma tenta lo stesso, chiedo "Come sta?".

Trombo al cordone ombelicale

Mi sento accarezzare e un'ostetrica mi dice con un filo di voce: "Non ce l'ha fatta, è volato in cielo". A quel punto non riesco nemmeno ad aprire gli occhi, sento le lacrime scendere, ho voglia di urlare, ma non ce la faccio.

Ho vaghi ricordi di quella sera, ma ricordo perfettamente i vagiti dei bimbi appena nati provenienti dal nido, perché io sono stata sistemata in una stanza a parte, ma quei pianti è impossibile non sentirli. "Dov'è il mio bambino?", chiedo. Perché tutti stanno lì e il mio è giù? Lo avete coperto bene? Avrà freddo...


Dall'esame autoptico uscirà la sentenza: "trombo al cordone ombelicale". Fatalità. Destino maledetto, perché? L'unico pensiero è: "Voglio andare via insieme a lui". Non ha senso vivere. Questa è la frase che ripeto da quella sera per tre mesi, in un letto, a piangere incessantemente. In ogni minuto mi rivolgo a Dio dicendogli: "O me lo ridai o prendi anche me...". Aspetto in qualche modo di "finire" i miei giorni per raggiungere il mio adorato bambino. In quella lunga agonia faccio, stranamente, dei sogni che mi tranquillizzano, uno in particolare è un avviso che di lì a poco Christian tornerà, identico a come era.


Penso che forse sto impazzendo, ma quel sogno mi dà pace in qualche modo. Decido di non voler vedere la foto, non accetto che non ci sia più. Chiudo la sua cameretta e dico: "Questa si riapre quando torna Christian". Dopo circa due mesi, tra mille speranze e quel patto fatto con Dio, mi ritrovo alle 5 di mattina un test positivo tra le mani che tremano. Sveglio tutti. Piango. Non ci credo... allora è vero che Christian sta tornando. Mia mamma e mio marito, nella loro felicità, sono preoccupati per me, mi chiedono: "E se fosse una femmina?". Ma io sono convinta, anche se ho mille dubbi e paure. Ecografia dopo 3 mesi: 100% maschio. Christian nascerà lo stesso mese in cui se ne è andato, un anno prima.

Bentornato, piccolo Christian!

Inutile dirvi che è una gravidanza orrenda, piena di ansia.

Ho continuamente paura che non si muova, ma sogno ogni giorno il momento in cui lo terrò finalmente in braccio. Nasce con cesareo programmato a 37+3, perché ho paura di arrivare oltre, lo voglio tra le mie braccia, non ce la faccio più! Il giorno in cui nasce, tutti rimangono sconvolti per la somiglianza con quel bimbo che non avevo mai visto. Dettagli, tutto. Sul fiocco di nascita decido di far incidere "BENTORNATO CHRISTIAN". Grande festa in tutto il reparto!


Quel giorno ringrazio Dio mille volte per quel miracolo vivente. E torno finalmente a vivere, a respirare. Sono passati 4 anni. Christian è un bambino davvero speciale, è sorridente, allegro, ama la vita. Ad oggi ho "accettato" quello che mi è accaduto, mi rendo conto che un bambino non ritorna: questo è vero... ma il cuore dolorante di una mamma si aggrappa a qualsiasi idea pur di non ammettere che il proprio "figlio non c'è più".


Attualmente sono volontaria e cerco di dare assistenza a chi subisce un lutto del genere. Mi batto perché venga riconosciuto e soprattutto venga dato il giusto supporto per cercare di trovare uno spiraglio per ricominciare e per dar modo ad ogni mamma di "riprendersi" i propri bimbi, come ho fatto io con le unghie e con i denti.

Ho iniziato da poco tempo ad andare al cimitero, ma sono fermamente convinta che l'anima di quel bimbo mai nato vive oggi in Christian... Perché Christian era e Christian è! Il mio bimbo speciale, l'eroe della mia vita. Non ci sarebbe mai stata una me senza TE! Questa è la mia storia a lieto fine.

di Francesca 

(storia arrivata alla pagina Facebook di Pianeta Mamma)

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