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Il mio bambino arcobaleno è arrivato dopo due angeli persi

di mammenellarete - 10.06.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Fabio è il mio bambino arcobaleno, arrivato dopo due aborti. Il piccolo Fabio è arrivato tra panico, paura, chiacchiere tra medici, dopo una gravidanza difficilissima. Lui è un esempio di vita. Ci ha creduto molto più lui che io. Non mollate mai donne. E informatevi. Non vi fermate. Esigete controlli e cure sempre.  

In questo articolo

Fabio è il mio bimbo arcobaleno. Così li chiamano i bambini nati da un precedente aborto. E Fabio è nato dopo ben due angeli persi, non molto avanti con le settimane, ma abbastanza per poterli sentire tuoi figli. Il primo aborto, neanche me ne accorsi - lo chiamano ovulare -, andò via con la mestruazione.

Arrivò dopo neanche 20 giorni dal precedente ciclo e corsi dal mio amato ginecologo, il quale mi disse che non aveva attecchito, non ce l'aveva fatta ad impiantarsi. Per cui, tra l'ignoranza del momento e la nostalgia di qualcuno che sarebbe stato, io e mio marito provammo ad avere un altro bimbo...

Arrivò senza mai averci messo il pensiero, ma questa volta ci dicemmo: "È andata bene. Ci siamo". Ma purtroppo qualcosa a 8 settimane andò storto. All'ecografia di controllo non c'era più battito. Il giorno dopo mi avrebbero fatto il raschiamento. Era il giorno di San Valentino. Giorno che non festeggio più. Quel giorno... i baci che avevo sempre mangiato avevano tanto amaro in bocca.

Così dopo un mese il mio ginecologo, che tanto stimo e che tanto mi ha aiutato e supportato come un padre, volle capire il problema e così feci analisi genetiche. Da lì scoprii di avere una malattia del sangue, di cui non sapevo l'esistenza e che in nove mesi poi imparai a conoscere, studiandola e approfondendo, capendo come sia importante conoscere il proprio corpo a fondo e quanta mancata informazione esista in medicina.

Dunque questa "malattia" genetica mi portò a fare della mia pancia uno scolapasta. Tutte le mattine per 38 settimane dovetti iniettarmi seleparina, in grado di fluidificare il mio sangue e nutrire il mio bambino. E così cominciò purtroppo un lungo calvario. Di paure, di tensioni e di corse in ospedale.

I primi 5 mesi erano un continuo correre in clinica, avevo un vero e proprio ciclo. Mi ricoveravo, mi monitoravano e nessuno sapeva mai darmi una spiagazione...

Il mio bambino arcobaleno

Però fortunatamente il mio bimbo era sempre lì, tranquillo, attaccato alla sua mamma fifona e piagnona. L'ultimo ricovero fu il 14 dicembre. Quella volta pensai seriamente di perderlo. A 4 mesi era mio, non poteva lasciarmi... E per fortuna anche quella volta le cose andarono per il verso giusto. I mesi trascorsero nella paura più totale.

Ero diventata un soprammobile. Non uscivo, non mi pettinavo non mi vestivo... Non sapevo più cosa fosse la vita oltre la soglia di casa. Aspettavo solo di sentire, di Fabio, anche il più impercettibile dei movimenti. Alla 38esima settimana in un semplice controllo, con tracciato... la pressione era arrivata alle stelle. Stavo andando in gestosi.

Il panico, la paura, le chiacchiere tra medici. Il mio ginecologo preso dalla paura del momento decise di ricoverarmi e di optare per un parto cesareo per tenere a bada le eventuali emorragie che sarebbero potute scaturire dalle tante punture di seleparina. E così tra la paura, lo sgomento e la gioia di mettere fine a questo incubo, il 28 maggio 2019 alle ore 8.35 è nato il mio bimbo arcobaleno... Fabio.


Un esempio di vita. Ci ha creduto molto più lui che io. Non mollate mai donne. E informatevi. Non vi fermate. Esigete controlli e cure sempre.

di Assunta Susy

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