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Nostro figlio resterà un figlio unico: l'esperienza che mi ha cambiato la vita

di mammenellarete - 06.10.2017 - Scrivici

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Fonte: pixabay
Abbiamo deciso di lasciare nostro figlio, figlio unico. Adesso il mio diavoletto ha quasi sette anni e, anche se mi fa incavolare tantissimo, lo amo alla follia. Vedendo donne incinta e carrozzine ripenso alla scelta fatta, ho malinconia, ma va bene così, non è nel primo né l'ultimo ad essere figlio unico...

Ciao sono Valentina, ho 34 anni e vi voglio raccontare la storia delle mie gravidanze e dell'esperienza che mi ha cambiato la vita.

Il 12 febbraio 2009, dopo circa sei mesi di matrimonio, scopro di essere incinta. Era talmente tanta la gioia che mi metto a piangere per le risate. Io e mio marito eravamo al settimo cielo!!!

Il 6 di marzo, la mattina, annuncio la mia gravidanza in ufficio: erano molto contenti per me, ma nel primo pomeriggio, dopo esser rientrata dalla pausa pranzo, ho delle perdite. Preoccupatissima prendo un taxi e corro in ospedale, intanto avverto mio marito.

Quando mi fanno l'eco per vedere l'embrione la sorpresa...erano DUE!!! Ero incinta di una coppia di gemelli!!!! Stordita lo comunico a mio marito che, ovviamente, resta di sasso... Ma l'emorragia non si fermava e quindi mi hanno ricoverata per circa dieci giorni. Non ero mai stata in ospedale, per fortuna, ma in quei dieci giorni mi sentivo un topo in trappola... stavo impazzendo. Mi curano e mi mandano a casa, mi dicono che essendo una gravidanza a rischio devo restare a riposo fino alla fine e mi fanno seguire dal centro delle gravidanze a rischio dell'ospedale. Eh... sì, la mia era una gravidanza a rischio, perché era una gemellare MCBA (Mono Coriale Bi Amniotica), una delle più rischiose, i gemelli condividono la placenta ma non il sacco amniotico. Vengo seguita da questo centro.

A giugno arrivo a fare l'ecografia settimanalmente, una settimana era l'eco per la flussimetria e l'altra era quella di controllo ed era sempre tutto nella norma ed i bimbi crescevano bene. Nessuno però mi aveva preparato al peggio... Purtroppo le gravidanze gemellari dove viene condivisa la placenta, possono essere soggette ad una sindrome, la TTTS (Twin To Twin Trasfusion Syndrome) ovvero la Trasfusione Feto Fetale. Una sindrome la cui responsabile è la vena della placenta.

E' un'alterazione della circolazione sanguigna, dove uno dei gemelli è il donatore, quindi è di dimensioni più piccole e con la pelle più chiara, mentre l'altro è il ricevente, quindi di dimensioni più grosse e con la pelle più rossa, perché ha più sangue.

La mattina del 28 di luglio vado a fare la curva glicemica, quella più grande, ma non avevo sentito muoversi molto i bambini, poi per me era la prima gravidanza e quindi non avevo molta esperienza, ma ero molto preoccupata, e parlando al telefono con mia cugina, che aveva partorito da un mese ed era al mare, mi convinco ad andare in ospedale... Appena tornato a casa dal lavoro, dico a mio marito di portarmi al pronto soccorso, mi visitano e mi ricoverano.

Il ginecologo di turno ci dice : "Speriamo di riuscire a farle il ciclo di iniezione di cortisone, per far sviluppare i polmoni ai bimbi".

Purtroppo, la seconda iniezione di cortisone non ci sarà... la mattina mi portano negli ambulatori dove facevo l'eco settimanale... la situazione era grave, i bambini erano in sofferenza fetale a causa della TTTS, dagli ambulatori avvertono la sala operatoria e alle 11:15 del 29 luglio, con taglio cesareo d'urgenza, nasce Federico, un frugoletto di 940 gr, bianco come un lenzuolo, era il gemello donatore, mentre alle 11:16 nasce Lorenzo, un frugoletto di 1kg e 220 gr, rosso come un pomodoro, era il gemello ricevente.

Non me li fanno vedere, vengono messi subito nell'incubatrice e gli vengono subito date le prime cure... erano bimbi prematuri, nati a 27+5 settimane di gestazione ed erano in pericolo di vita.

Vengono portati subito in TIN (Terapia Intensiva Neonatale), dove non ci sono medici ed infermieri normali, ma degli angeli che lavorano con passione ed amore e curano questi bimbi che a volte sono veramente piccoli, c'erano casi di bimbi nati di 24 settimane.

..

Io, mio marito ed i nostri familiari veniamo catapultati in un mondo che, se non lo vivi non si può capire.

A causa della sindrome e delle relative complicanze, Federico muore il giorno successivo alla nascita, mentre Lorenzo dopo due mesi di TIN.

Sono stati due mesi veramente pesanti, in cui i medici non ti danno speranze, perchè lì, in TIN, puoi fare un passo in avanti e dieci indietro, ti puoi ritrovare la mattina a cambiargli un pannolino e a dargli 8 ml di latte (era quello che mangiava Lorenzo), e la sera, a piangerlo, perchè è diventato un angelo, come è successo a noi il 03 ottobre 2009.

Come ho fatto a non cadere in depressione non lo so, ma so solo che a marzo 2010 resto incinta di nuovo. Per la notizia mi metto a piangere... Un altro maschio, fortemente voluto, una gravidanza normale,alle 11:15 del 06 dicembre nasce il mio Leonardo, a 39 settimane, con cesareo programmato. Un bambolotto di 3kg e 120gr .

Di Leo ho rischiato la vita perchè mi si era riaperta la ferita interna e la ginecologa che ha fatto nascere il bambino, che per un caso era la stessa che aveva fatto nascere i gemelli, mi fa una ramanzina da paura, dicendomi che se ne avessi voluto un altro avrei dovuto aspettare anche 10 anni... ovviamente mio marito si arrabbiò, perchè la dottoressa, con zero tatto, lo disse ad una donna che era ancora sul lettino operatorio...

Nel 2014 decidiamo di dare un fratellino a Leo e ad ottobre rimango incinta, ma la mia reazione non fu delle migliori. Non me lo aspettavo, rimasi di sasso, era come se non volessi quella gravidanza, la rifiutavo, mi sembrava diversa. Ed infatti era diversa... era una GEU (Gravidanza Extra Uterina). Feci su e giù dall'ospedale, per un mese, per vedere se le beta si abbassavano, ma una volta abbassate avevo la tuba ingrossata, ed un medico, anch'egli un angelo, mi operò subito, asportandomi la tuba.

Parlai col mio ginecologo di un'ulteriore gravidanza, lui non l'avrebbe esclusa, però dal quarto, quinto mese avrei dovuto fare molti più controlli, soprattutto per il fatto che avevo l'assottigliamento dell'utero all'altezza della cicatrice interna che, ovviamente, non si era rimarginata bene, aveva un buchino nell'endometrio...

Parlai con mio marito, gli esposi i miei dubbi e le mie paure, paure normali quando hai un figlio. Quali erano? Avevo paura che per un mio egoismo, ovvero avere un altro figlio, avrei messo a repentaglio la mia vita e quella del bimbo che portavo in grembo e che mio figlio di 4 anni sarebbe cresciuto senza la mamma.

Questo non lo avrei permesso e quindi, con mio marito, abbiamo deciso di lasciarlo figlio unico. Adesso il mio diavoletto ha quasi sette anni e, anche se mi fa incavolare tantissimo, lo amo alla follia. Vedendo donne incinta e carrozzine ripenso alla scelta fatta, ho malinconia, ma va bene così, non è nel primo né l'ultimo ad essere figlio unico...

di mamma Valentina

(storia arrivata a redazione@nostrofiglio.it)

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