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Fivet e coppia, la forza di ricominciare. Insieme

di mammenellarete - 30.06.2016 - Scrivici

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Fonte: pixabay
Non riuscivo a rimanere incinta. Dopo un lungo percorso affrontato con mio marito tra medici e cliniche, scoprii di aspettare una bimba. La piccola nacque prematura dopo un difficile parto cesareo. Non mancarono altri problemi con mio marito subito dopo il parto. Per fortuna ora siamo una coppia felice e siamo genitori di due splendide bambine.

La mia storia iniziò quando avevo 15 anni e mezzo. Mi innamorai di un ragazzo che conoscevo da tempo, ma, vista la differenza d'età, non lo avevo mai frequentato. Cominciammo a frequentarci grazie ad un amico comune. Tra il conoscerci meglio e l'innamorarci il passo era breve.

 

Io ero e sono una ragazzina spigliata, autoironica, la marionetta del gruppo, che mascherava però un difetto fisico che nessuno conosceva, nemmeno lui.... Dopo due mesi durante i quali stavamo insieme, mi chiese di sposarlo fissando una data per quando avrei finito scuola.

 

Accettai. Ero innamorata persa. Un uomo dolce, pieno di premure e innamorato pazzo di me e così a nemmeno 16 anni accettai e decisi dopo tre mesi che stavamo insieme di fare l'amore con lui. Bellissimo, ma ogni volta io ero piena di fobia che qualcosa potesse andare storto e che io potessi restare incinta.

 

Passarono cinque anni e io nel frattempo mi diplomai, trovai lavoro e risolsi in parte il mio difetto fisico con diverse operazioni. Lui mi rimase accanto, tutto andò a meraviglia, mai una lite e cominciammo ad organizzare il nostro matrimonio, curato nei minimi dettagli. Giunse un anno dopo quel meraviglioso giorno e cominciammo una vita insieme.

 

All'inizio non fu semplice perché avevamo abitudini diverse, ma ci organizzammo al meglio. Cominciammo a pensare ad un figlio. Il bimbo non arrivava, andammo in crisi, ma continuammo a vivere insieme tra musi lunghi, liti. E io cominciai a indagare su come mai non rimanevo incinta. I medici mi dissero che era tutto okay per me e anche per lui. Mi feci seguire privatamente dal ginecologo di mia sorella.

 

Cominciai a farmi fare cure ormonali senza monitoraggi, né altro, io nel frattempo mi informai su internet e mi iscrissi ad un gruppo dove ricevevo notizie in più su questo percorso. Feci altri esami anche dolorosi, tutto okay.

Continuai con pastiglie e punture senza monitoraggi o altro, solo prescrizioni telefoniche e ricette consegnate a mano.

 

Chiamai per chiedere una visita con monitoraggio, il medico mi disse: "Non ho tempo, Signora lei figli non ne può avere, si faccia una Fivet!" Io crollai con un pianto disperato, mio marito non ci voleva credere. Chiusi il rapporto con questo individuo e mi affidai ad un altro ginecologo famoso per la sua delicatezza, umanità e dolcezza e... bellezza. Arrivò lì senza parole, tante lacrime una marea di scartoffie...

 

Mi prese la mano e cominciò a leggere in silenzio, sobbalzò sulla sedia e mi disse: "Cara si fermi! Una cura così forte e così a lungo può portare al cancro!" Attimi di terrore e poi mi indirizzò verso un centro per la fertilità e mi disse: "Ce la faremo!"

 

Uscii frastornata. Pensai: "Denuncio quell'idiota? No, concentro le mie energie sul mio bambino". Passarono tre anni e mai un ritardo o un test positivo. Chiamai la clinica privata e cominciammo un percorso insieme. Io non ovulavo perché avevo le ovaie multi follicolari, per cui ogni mese avevo diversi ovuli piccolini (7-9), ma nessuno maturava giustamente per essere fecondato.

 

L'unico modo per sbloccare la situazione era rimanere incinta! Sembrava una barzelletta alle mie orecchie. Mi proposero una serie di percorsi e io ci dovevo pensare. Mio marito mi spronò a farlo e lo facemmo! Dopo una settimana ero alle prese con punture nella pancia e monitoraggi.

 

"Martedì signora è il giorno giusto tre ovetti sono pronti!". Passarono due settimane e come da loro istruzioni feci il test: negativo. Sconforto! Basta, dissi a mio marito che non ne volevo più sapere e cominciai a leggere opuscoli sull'adozione... Passarono tre giorni e mio marito voleva facessi le analisi del sangue, perché il ciclo non era ancora arrivato. Le faccio giusto per togliere a lui le illusioni, ma tornai al lavoro e all'uscita mi preparai per andare a fare jogging.

 

Avevo bisogno di respirare aria pulita. Mentre mi mettevo le scarpe mi chiamò lui e mi disse di aspettarlo a casa Mi incavolai, ma lo feci. La sera arrivò a casa con i risultati delle analisi che lui si era già premurato di aprire e leggere. Ero incinta tra la quarta e la quinta settimana.

 

Piansi, lo abbracciai e ricordo che nei giorni precedenti avevo sognato la nonna scomparsa da poco che mi sorrideva e io coccolavo un bebè. Era femmina e sapevo come si sarebbe chiamata! Due settimane dopo ebbi delle perdite, corsi a fare una eco: sacco vitellino formato ma vuoto! Mi dissero di tornare dopo due settimane per il raschiamento.

 

Pianti e disperazione, dopo tre anni di tentativi a vuoto questa mazzata. Mio marito cominciò a cercare su internet, non voleva crederci e nemmeno arrendersi: le beta salivano ancora ed erano molto alte rispetto alla norma. Una settimana dopo ebbi una grande emorragia. Corremmo in ospedale. "Sacco vuoto, dobbiamo fare un raschiamento". Mentre stava per spegnersi il monitor, mio marito gridò: "Un puntino che batte!!!"

 

La ginecologa ingrandì la schermata, tolse gli occhiali, guardò mio marito e sussurrò: "Bravo papà questo è il cuoricino del suo bambino!" Uscimmo camminando a mille metri da terra. L'emorragia forse era un aborto di un altro bimbo, ma non volli indagare. Fui ferma a riposo per tre settimane, poi ripresi la mia vita. Tutto andò liscio fino alla trentacinquesima settimana.

 

Salì la pressione, mi diedero la pastiglia, ma le settimane seguenti risalì di nuovo. Il bimbo-a era podalico-a per cui sapevo che dovevo fare controvoglia un cesareo programmato. La sera di S.Stefano ebbi un forte mal di testa, pressione altissima, corremmo in ospedale, mi ricoverarono e mi diedero una pastiglia. La mattina seguente mi sentii meglio, ma vidi arrivare medici, infermieri e anestesisti: "Signora la situazione è troppo pericolosa dobbiamo intervenire".

 

Mi agitai e chiesi di mio marito. Insomma dopo tre ore ero in sala parto e quando mi dissero: "Ci siamo" guardai l'orologio e vidi la faccia della nonna, pensai sarebbe stata sicuro una femminuccia. Infatti senza piangere nacque una bimba piccolina piccolina.

 

Me la portarono via subito perché doveva andare in incubatrice. Mi prepararono e mi portarono fuori, c'era mio marito lì ad aspettarmi, mi guardò, mi baciò e mi disse solo: "Grazie, io dico grazie a te che ci hai sempre creduto".

 

Passò una settimana di inferno, incubatrice, elettrodi attaccati al cuoricino ecc. Ma finalmente tornammo a casa. Dopo qualche mese iniziammo ad andare in crisi io e mio marito mi lasciò, per me cominciò un calvario, sola con una bimba appena nata. Con il tempo persi pure il lavoro e lui si rifece una vita. Cominciai a stare male e a non capire il perché fosse diventato così cattivo con me.

 

Indagai con psicologi e scoprimmo che a seguito di un intervento che dovette subire d'urgenza appena nata la bimba gli dovettero somministrare morfina in dosi massicce e questo gli aveva provocato una cancellazione di emozioni ecc. Trascorremmo un anno e mezzo nel quale mi cercava e poi mi respingeva, non vedeva la bambina, la cercava ecc. Manifestava insomma uno squilibrio che non era da lui.

 

Gli amici mi chiedevano aiuto per cercare di riportarlo in sé. Alla fine per il bene di mia figlia decisi di cercare un modo per aiutarlo. Passarono altri due anni e lui ritornò in sé, io gli rimasi accanto, lo perdonai di tutto il male che mi aveva fatto, di come mi aveva lasciato umiliare dalla sua nuova compagna quando stavano insieme, io lo amavo e lo volevo con me.

 

Tornammo insieme, fu dura ma ce l'abbiamo fatta, quattro anni fa siamo tornati ufficialmente insieme, ci amavamo e avevamo capito che anche se lontani o legati ad altre persone non potevamo stare l'uno senza l'altra.

Due anni fa in vacanza abbiamo avuto un rapporto non protetto tanto non poteva succedere nulla e poi io ero fuori periodo fertile.

 

Invece dopo una settimana di ritardo feci il test: positivo. Non ci credevo, avevo paura perché dopo quel terremoto potesse risuccedere qualcosa di simile, non ci credevo perché la prima gravidanza era arrivata dopo un calvario e adesso? Ovulato in ritardo e zac! La nostra bimba è arrivata 19 mesi fa, siamo più felici e innamorati di prima, stiamo pensando ad un altro bimbo e ringrazio la mia testardaggine a non voler mollare e a rivolerlo con me perché dentro me sapevo che lui e solo lui era il mio grande amore!

 

di Marzia

 

(storia arrivata alla pagina Facebook)

 

Tutto sulla fecondazione in vitro

 

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