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Ovodonazione: amare senza limiti

di Raffaella Clementi - 24.06.2013 - Scrivici

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A te, madre e a te padre che ricorri ad una donazione eterologa, vorrei dire che non sei  sbagliata/o, non sei difettata/o, sterile, che il percorso che hai intrapreso non è peccato, non è un’offesa a Dio, ma un atto d’amore  senza limiti, perché sarà tuo quel figlio indipendentemente dal  limite di un patrimonio  patrimonio genetico diverso. E per Serena e suo marito Francesco l’unica via per avere figli è appunto l'ovodonazione. Serena ha vinto la sua battaglia contro il cancro che le ha avvelenato sangue e cellule...

di Raffaella Clementi

Serena oggi ha 39 anni, si è ammalata di leucemia quando ne aveva 33. Ha subito un autotrapianto e due trapianti di midollo osseo, quattro chemioterapie e non so quante radio. Quando il medico donna che la seguiva le disse che le chemio le avrebbero indotto una menopausa precoce, era più urgente la necessità di sopravvivere piuttosto che quella di immaginare un futuro senza figli. Il quel momento lei non ne aveva di futuro. A 34 anni Serena aveva le ovaie di un'ottantenne e la vita appesa a un filo.

Serena ha vinto la sua battaglia contro il cancro che le ha avvelenato sangue e cellule. Oggi lo racconta con energia positiva. Ha ripreso il suo lavoro, si controlla periodicamente, e, soprattutto, oggi fa progetti.

Suo marito la adora. Le vuole un bene dell'anima. Insieme vogliono un figlio. Perché per loro un figlio significa riempire di contenuto la loro esistenza, sopravvivere alla fugacità di una vita, a volte, troppo breve, perché, come dice Massimo Gramellini questa mattina sulla Stampa "L'immortalità è una pulsione comune a tutti gli esseri umani quando creano: un figlio, un progetto, una cosa che non c'era. Si tratta di un sentimento naturale". E' normale nelle persone che non hanno visto la morte in faccia, figurarsi in quelle che con la morte ci hanno dovuto danzare.

Per Serena e suo marito Francesco l'unica via per avere figli è l'ovodonazione, ovvero la donazione di ovuli da donatrice esterna alla coppia. E siccome la fecondazione eterologa in Italia è vietata, poiché la legge n. 40 del 2004 che regola la procreazione medicalmente assistita la vieta, arrogandosi il diritto di scegliere una cosa così intima e personale, come il modo di concepimento di un figlio, questo autunno partiranno per Praga e lì cercheranno il loro figlio.

Molto spesso si pensa che la fecondazione eterologa equivalga a fare figli a cinquant'anni, si pensa, erroneamente a madri nonne che per capricci personali decidono a metà della loro vita di procreare. Non si sa invece che, ovodonazione significa dare la possibilità a donne e uomini che hanno avuto tumori, leucemie, malattie genetiche o menopause precoci, di diventare genitori.

Personalmente ho imparato a equiparare la donazione di ovuli e sperma alla donazione di organi, midollo, o a qualsiasi altro tipo di donazione senza la quale un essere vivente non vivrebbe e sento e comprendo, prima ancora di giudicare perché sono incline al dolore altrui.

Fermo restando il diritto di scelta della coppia, credo che le ragioni di opposizione a questo tipo di donazione possono essere solamente di tipo religioso, non trovando altra ragione logica o etica a questo divieto, ma viviamo in uno Stato laico privo di religione di stato dal 1984, dove, rispettare le opinioni morali di tutti i suoi soggetti senza volerne imporre una specifica, dovrebbe essere la normalità. A mio avviso dovrebbe essere altrettanto normale per la Chiesa, capire, comprendere e non giudicare o condannare o lordare qualcosa di assolutamente pulito come una scelta d'amore come la fecondazione eterologa, può essere. Sinceramente, non trovo amore più grande di quello provato da due genitori nei confronti del proprio figlio, sia esso biologico o adottato, concepito dentro ad una provetta o trovato in una cesta davanti all'uscio di casa. E' solo diversa la strada che si decide di prendere per arrivare a lui.

Il concepimento è un atto meccanico che può avvenire in circostanze, anche non legate all'amore o può avvenire artificialmente ma con un amore immenso.

Buona fortuna allora Serena e Francesco avanti tutta verso il vostro sogno.

E a te, madre e a te padre che ricorri ad una donazione eterologa, vorrei dire che non sei sbagliata/o, non sei difettata/o, sterile, che il percorso che hai intrapreso non è peccato, non è un'offesa a Dio, ma un atto d'amore senza limiti, perché sarà tuo quel figlio indipendentemente dal limite di un patrimonio patrimonio genetico diverso.

Raffaella Clementi è autrice di 'Lettera a un bambino che è nato', un libro-diario in cui racconta la sua esperienza personale di fecondazione assistita fino alla nascita del figlio.

Leggi di Raffaella: Mi presento, io incinta con la pma e infertilità sine causa

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