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Dopo anni di tentativi per rimanere incinta avevo perso ogni speranza, finché un giorno in chiesa...

di mammenellarete - 10.05.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Ho avuto un'infanzia tormentata che mi ha lasciato diversi problemi psicofisici che uniti alle ovaie policistiche mi hanno reso difficile una gravidanza. Infatti, dopo anni di tentativi avevo deciso di accettare l'idea di non avere figli. Finché un giorno mi ritrovai in chiesa per una celebrazione e mentre il prete parlava di maternità,  sentii una strana sensazione. 

salve a tutte e tutti, ecco la mia storia.

Ho avuto un'infanzia difficile: mio padre era un clochard e un alcolizzato e mia madre troppo debole per proteggere le sue figlie. Così sono stata cresciuta dai nonni. Ma nemmeno loro, purtroppo, sono state figure positive: erano molto autoritari e mi vietavano di fare qualsiasi cosa.

Ed è in questo contesto che ho conosciuto il mio attuale marito, un ragazzino ribelle che amava fare scherzi. Mi affascinava perché dava alla mia vita la scintilla che mi serviva.

Diciamo che questa è la premessa per farvi capire quanti problemi ho dovuto affrontare da piccola, quante delusioni e quante lacrime.

Il mio passato mi ha lasciato parecchi problemi psicofisici che, uniti alle ovaie policistiche, mi hanno reso difficile una gravidanza.

Infatti, dopo essermi sposata nel 2010, abbiamo iniziato a provarci sul serio senza risultati.

Finché il medico ci prescrisse uno spermiogramma per capire anche la situazione di mio marito. Risultò la varicocele. Ma anche dopo l'operazione

le cose non migliorarono.


Dopo anni di prove e di test negativi, persi ogni speranza e mi rassegnai di non poter avere figli.

Un giorno al lavoro salii su una grande scala e mi venne un capogiro, ma non ci feci gran caso poiché soffro di emicrania.

Poi andai in bagno e c'era una macchiolina rosa sugli slip e pensai che mi stavano arrivando. Ero in ritardo di quattro mesi.

Dopo il lavoro raccontai tutto alla mia amica e lei guardandomi mi disse che avevo una faccia da gravidanza e di fare subito il test. Ma io gli risposi che non potevo avere figli. Si stava sbagliando.

Qualche giorno dopo, mi trovai in chiesa per una commemorazione e mentre il prete parlava della maternità come un dono etereo, io mi sentii strana.

Non potrò mai dimenticare quella sensazione, come se qualcosa o qualcuno mi stesse avvolgendo, non so come spiegarlo.

Così decisi di acquistare il test. Lo feci senza neanche guardarlo, poiché sapevo che sarebbe risultato negativo.

Lo vide la mia amica che per poco svenne e iniziò a urlare: "SEI INCINTA INCINTA INCINTA".

Rimasi a bocca aperta. Poi mi ricordai che stavo facendo iniezioni di cortisone e pennicilina per la tonsillite e pensai che probabilmente il test era sfalsato.

Poi ne parlai a mio marito. E lui guardandomi disse che secondo lui aspettavamo una femmina.

Il giorno dopo andammo nello studio della mia ginecologa e appena l'assistente vide il test positivo mi fece entrare, anche se normalmente ci vuole un appuntamento.

Mentre lei mi visitava non avevo neanche il coraggio di guardarla.

A un certo punto la sento dire che è a uno stadio avanzato e che le dispiace... Non finisce la frase che io penso a un tumore!

Ma poi, le continua dicendo che le dispiace: dato il mio sovrappeso

dovrò mettermi a dieta e fare parecchie analisi.


Ero nel pallone più totale. Poi aggiunge che è una femmina di cinque mesi e una settimana e che sembra stare molto bene.

Che dirvi, ero sotto shock, ma appena mi fece vedere il monitor e quella figura era dentro di me pensai che era impossibile... finché non sentii il battito: il suono più confortante, magico, celestiale, etereo che le mie orecchie abbiano mai sentito e in quel momento sapevo che potevo affrontare tutto che non sarei mai più stata sola, che qualsiasi cosa mi aveva avvolto in quella chiesa mi avrebbe aiutato e sorretto nei momenti difficili, perché sapevo che la felicità era troppo grande per non avere delle ripercussioni.

Diciamo che in sintesi questa è la mia storia, ci sono stati e ce ne sono ancora di problemi, ma so che posso affrontare qualsiasi cosa perché ho un angioletto al mio fianco che protegge la mia piccolina che ormai ha tre anni e mezzo e cresce, bella educata e piena di grazia.

Desidero un altro figlio e so che arriverà quando sarà il momento... oppure no... Ma io intanto cerco di fare del mio meglio. Ho mio marito e la mia piccola da dover amare e rispettare per l'eternità: visto che quello che ci unisce è qualcosa di etereo.

Storia di una mamma editata dalla redazione.

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