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Parto naturale: la doccia mi ha aiutato ad alleviare il dolore

di mammenellarete - 28.10.2014 - Scrivici

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La storia di mamma Sara, "paladina dell'epidurale". Dopo aver organizzato tutto per averla, non è riuscita a raggiungere l'ospedale dove era garantita 24 ore su 24. Nonostante la contrarietà, ha avuto una bellissima esperienza.

"Ciao a tutte, mi chiamo Sara e vi vorrei raccontare il mio parto un po' "speciale". Avrei tanto voluto fare l'epidurale, ma il destino ha voluto che non fosse possibile... Spero possa essere di conforto a qualche mamma che deve ancora partorire. Se dovessi fare un altro figlio, spero di provare la stessa magnifica esperienza.

 

Durante tutto il periodo di gestazione mi sono proclamata paladina dell'epidurale, nonostante non fosse disponibile nell'ospedale dove lavora il mio ginecologo e dove ho fatto tutte le visite. Non mi importava. Volevo farla.

 

Ero così convinta di voler fare l'epidurale da essere disposta a fare 35 km per andare a partorire nell'ospedale di provincia dove è garantita 24 ore su 24. Ovviamente ho fatto tutte le visite del caso e una volta pronta mi sentivo tranquilla e rilassata. Pensavo: "Che me frega adesso! Anche se dovessi affrontare un travaglio decine di ore, con l'epidurale sono a posto!"

 

Però si sa, il destino è un binario che va per conto suo e nulla è andato come avevo immaginato.

 

Tutto è cominciato domenica 31 agosto alle ore 20:30. Era una sera come tante altre e mi stavo preparando insieme a mio marito per andare al compleanno di mia cognata.

 

Improvvisamente sento come se mi fossi fatta la pipì addosso. Uh mamma, sarà arrivato il momento? Potrò finalmente vedere il mio piccolo? Che turbine di emozioni! Avevo il termine giusto il giorno dopo, il primo settembre...

 

Guardo mio marito e gli dico: "Caro, forse ci siamo..."

 

Che fare a questo punto? Andare a 35 km di distanza per avere l'epidurale garantita 24 ore o fare una visita veloce all'ospedale della mia città per sicurezza? Avevo già avuto due episodi simili nei giorni scorsi e mi avevano già rispedita a casa. Forse era il caso di andare nell'ospedale qui vicino. Al massimo, mi avrebbero detto di andare nell'altro, a Ravenna.

 

Ero davvero tranquilla, il mio ragionamento non faceva una piega. Essendo poi il mio primo figlio, ero stra-sicura che ci avrebbe messo un'eternità a nascere. Avrei avuto il tempo necessario per spostarmi da un ospedale all'altro... e non rischiavo di certo di partorire in automobile!

 

Allora ci organizziamo: prendiamo su la borsa, ci mettiamo in macchina e ci avviamo in ospedale. Non ci abbiamo messo molto tempo. Si erano fatte circa le 21:30...

 

Arrivati in ospedale, ho cominciato a sentire delle fitte nel basso ventre... Erano giusto delle fitte, non era niente in confronto a ciò che mi aspettavo. Era più un fastidio che un dolore.

 

Entro in reparto, mi visitano dopo mezz'ora e nel mentre il dolore cominciava ad intensificarsi. Era forte, ma sempre molto sopportabile. Con la respirazione, riuscivo a tenerlo sotto controllo senza problemi.

 

Ore 22.15: alla visita mi dicono che sono dilatata di circa 3 centimetri! Chi lo avrebbe mai detto? Già 3 cm! E l'epidurale nell'altro ospedale?

 

Il medico mi ha a quel punto sconsigliato di prendere la macchina e di andare fino a Ravenna nelle condizioni in cui ero...

 

Così a malincuore mi sono fatta coraggio e ho deciso di rimanere, sapendo che non avrei potuto ricorrere all'epidurale. Mi sono fatta forza pensando che se quello che avevo provato fino a quel momento era il dolore del parto, ce la potevo fare.

 

Mi portano in stanza e mi mettono il tracciato. E' stato il quarto d'ora più brutto della mia vita! Era dolorosissimo stare sdraiata, mi sembrava di avere una lama conficcata nella pancia! Non ho resistito oltre, ho chiamato l'ostetrica e me lo sono fatto togliere: io dovevo stare in piedi per non sentire male! (Leggi anche: Volevo l'epidurale)

 

Intanto mi visita e mi dice che sono ancora di 3 centimetri e che non avrei partorito almeno fino all'indomani mattina.

Mi ha consigliato di farmi una doccia calda per provare a rilassarmi un po'!

 

Mi metto in piedi e un po' il dolore si attenua, ma.... adesso è davvero forte! Ho imprecato e mi sono maledetta per non essere andata a Ravenna, ma decido comunque di seguire il consiglio dell'ostetrica e mi metto sotto la doccia. Erano le 23.

 

Sotto la doccia sono rinata! Il dolore era quasi sparito, tanto che mi sono quasi addormentata con la testa appoggiata al muro della doccia e il getto nella schiena. Ad un certo punto mi sono "svegliata" di colpo con il bisogno di spingere! Esco dalla doccia e dico a mio marito di chiamare l'ostetrica. Quando è entrata ha scherzosamente esclamato: "Ti ho visitata mezz'ora fa ed eri di 3 cm. Non puoi essere già da spinta!"

 

E invece ero completamente dilatata e si vedeva già la testa!

 

Mi hanno portata di corsa in sala travaglio e dopo 4 spinte, alle ore 23:55, è nato l'amore della mia vita! Nathan, 2875 gr x 49 cm di puro amore!

 

Che dire... di certo non mi sono dimenticata del male che ho provato, ma è anche vero che non ho provato un dolore così atroce come avevo sentito spesso dire.

 

Se dovessi fare un altro figlio sicuramente spero di rivivere la stessa magnifica esperienza. E ora, l'idea di fare l'epidurale non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello!"

 

di Sara

 

(Storia arrivata sulla nostra pagina Facebook ed editata dalla redazione)

 

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Guarda anche il video: scegliere l'ospedale dove partorire

 

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