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Storia del piccolo Samuel: da 900 gr a 5 kg!

di mammenellarete - 11.02.2014 - Scrivici

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Ciao vorrei condividere con voi la nostra storia. Sono Valentina una ragazza di 27 anni. Una mattina come tante io e il mio fidanzato usciamo a pranzo. Dopo sei mesi che stavamo insieme, lui mi dice che non sapeva bene cosa provava e decide di lasciarmi. Io la stessa sera scopro di essere incita... La nostra avventura inizia qui... Dopo un mese di prendi e lascia, decidiamo di rimanere insieme e andare avanti come una vera famiglia. Non con poche difficoltà arriviamo alla vigilia del quinto mese e dopo un'ecografia iniziano a dirci che il nostro bimbo era probabilmente affetto da malattie genetiche non meglio riconosciute e che non sarebbe sopravvissuto, o che non avrebbe fatto una vita degna di essere chiamata così.

Noi non ci fermiamo ad un unico parere e inizia il nostro calvario per vari ospedali e ginecologi. Nessuno sembra avere un'idea chiara della situazione, lasciandoci nel buio più totale.

 

Molti sostenevano la stessa ipotesi, altri sostenevano solo che il bimbo era solo particolarmente piccolo per i mesi che aveva .

 

Dopo settimane di angoscia, l'ospedale dove mi ero ricoverata per controlli sul caso mi dimette, consegnandomi indirizzi su cliniche estere dopo praticavano l'aborto terapeutico, fuori legge in Italia...

 

Per noi quella dimissione era stata come ammettere che il problema c'era, ma che nessuno voleva dargli un nome. Così iniziano le lunghe chiamate a cliniche in Spagna, Londra, Francia, parlando del nostro caso e non capendo nulla di quello che ci chiedevano! Alla fine riusciamo ad avere per il giorno dopo, un appuntamento in una clinica di Nizza e in caso non ci avessero convinti, avevamo già un appuntamento a Londra. Ci mettiamo subito in viaggio, partendo in tre e sperando di ritornarci!

 

Il giorno della visita per noi è stato molto duro, avremmo incontrato un medico che ci avrebbe detto se quello che sostenevano era vero o no! Incontrammo una dottoressa che per fortuna parlava italiano, senza tanti giri di parole ci disse che il bambino per lei era solo particolarmente piccolo per una cattiva funzione delle mie arterie uterine, ma che non aveva altri presunti problemi. Sarebbe però dovuto nascere quanto prima perché in sofferenza...

 

In pochissime ore siamo a Roma, il giorno dopo nasce il nostro bimbo di 900 grammi!

 

Era piccolissimo, per un mese è stato ricoverato in terapia intensiva, ma sembrava che le cose stessero andando "bene" tra aghi trasfusioni cali di peso, ecc...

 

Una mattina, mentre noi mamme aspettavano davanti la porta per entrare e vedere i nostri piccoli, ci dicono che un bimbo sta male e che non faranno entrare tranne la mamma del bimbo malato.

"Signora, prego. Dovrebbe venire!" Sì, la mamma ero io e il bimbo era il mio. Potete immaginare quello che ho provato!

 

Dopo una giornata per stabilizzarlo, i medici si rendono conto che la cosa inizia ad essere più grave del previsto e loro non possono gestirla: c'è bisogno di un trasferimento in un ospedale che abbia la sala operatoria.

 

Il mio bimbo si era trasformato: il colorito grigio, cateteri ovunque, tubi ovunque, occhi che chiedevano aiuto, un pancino così gonfio che le vene si intravedevano così bene da potere contare... Gli era venuta una sespi generalizzata in tutto il sangue che aveva colpito in particolar modo l'intestino.

 

Alle tre di notte ci trasferiscono e subito ci dicono che la situazione è in peggioramento, il bambino va stabilizzato per evitare un operazione.

 

Il giorno dopo le condizioni peggiorano e si decide di operarlo, ma la dottoressa non ci dà speranze di riuscita, le sue condizioni sono troppo critiche, ma tra l'operarlo e tentare e lasciarlo andare così, decidono di operarlo...

 

Un secondo dopo l'infermiera esce e ci chiama. Mi chiedo: "Non è possibile, non possono aver già fatto, non è possibile, troppo poco tempo!"

 

Temevo il peggio...

 

La dottoressa ci dice che i suoi parametri sono troppo deboli per essere operato, che iniziare ora sarebbe come condannarlo. Le nostre speranze diminuisco sempre di più, fino a quando all'improvviso i suoi parametri si stabilizzano e la dottoressa approfitta del momento, dandoci sempre poche speranze...

 

Quando l'infermiera mezz'ora dopo entra nella sala d'attesa, facevamo caso solo al suo sguardo: se nascondeva un piccolo sorriso era andata, il contrario sarebbe stata la nostra fine!

 

Miracolosamente il piccolino passa l'operazione, ma il peggio non era ancora passato. Però, per il momento, eravamo felici così! (LEGGI ANCHE: ANTONIO PIO, NATO PREMATURO A 24 SETTIMANE)

 

Il nostro piccolino passerà altre 5 operazioni, passando di reparto in reparto, intubato, stubato, giorni bene, giorni male, giorni senza speranze, giorni con piccoli miglioramenti, in coma, sedato, in isolamento, mesi senza mangiare, poche ore per vederlo, giorni senza parlare con i medici, mesi senza dormire!

 

Dopo sei mesi e mezzo Samuel esce dall'ospedale.

..

 

Ora sta bene, mangia tanto, pesa 5 chili e siamo una famiglia!

 

Voglio raccontare questa mia storia, perché l'amore non si arrende mai.

 

di Valentina
(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina Facebook)

 

Leggi anche: parto prematuro, vi racconto il mio miracolo

 

 

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