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La misteriosa Signora vestita d'azzurro, angelo custode del "cuore" di mia figlia

di mammenellarete - 26.01.2021 - Scrivici

neonato
Fonte: shutterstock
Non so chi era la Signora d'azzurro vestita, che parlava tanto dolcemente a mia figlia quel giorno, mada quel momento in poi i controlli sono andati sempre meglio e si son fatti sempre più radi. Oggi il cuore di nostra figlia è sano, quei maledetti soffi sono spariti.

Io e il mio compagno siamo insieme ormai da 5 anni. Io ho 26 anni e lui 37, quando nel dicembre del 2010 scopro di essere in dolce attesa!

La gravidanza va bene, a parte una gestosi finale che fa nascere per autorottura del sacco alla 34esima settimana il mio topolino, che pesa solo 2,495 kg ed è fortissima, nonostante peso e prematurità. Non fa neanche un minuto di incubatrice.
Dopo l'ospedale ci dicono che possiamo andare a casa, però dobbiamo fare prima la visita. "Alt! C'è un soffio!": dice la pediatra. Noi passiamo dalla gioia allo sconforto: dopo 5 minuti siamo in cardiologia a fare un'ecografia alla mia pulcina, piccola, piccola.
La diagnosi è: "Soffio interatriale, soffio intervetricolare con ampio shunt e dotto di botallo pervio il tutto aggravato dalla pressione alta". "Che significa?", ci chiediamo. E la cardiologa mi risponde: "questa bambina va aperta prima dei 3 anni e bisogna correggere i difetti". E io chiedo: "come aperta? Come si vede alla tv, quando 'aprono le persone come dei polli'?".

E la dottoressa guarda in basso e dice: "sì, un operazione a cuore aperto". Mi sento mancare, inizio a vedere tutto nero, il mio ragazzo piange, io mi sento una donna che non è in grado di fare figli a posto e penso che da grande la mia piccola mi odierà per la cicatrice che avrà in mezzo al petto per colpa mia.

E chiedo di nuovo alla cardiologa: "ma non si chiude da solo col tempo?". "No signora, questi 2 soffi sono talmente gravi che neanche un miracolo potrebbe farlo". Poi le prescrive un medicinale. Andiamo nel frattempo da altri medici e cardiologi, che confermano il tutto. Andiamo anche a Bologna, dove però, a differenza degli altri posti, sento che mia figlia è in ottime mani e decidiamo che dovrà essere operata lì, nell'edificio 21, al quinto piano di quell'ospedale!

A Bologna ci trattano con la tenerezza di chi sa cosa stiamo vivendo e vediamo decine di foto di bimbi che prima di Lara "sono stati aperti" e che sfoggiano un sorriso nonostante le loro cicatrici sul cuore.

Queste foto ci danno un'enorme speranza. Io prego perché l'operazione avvenga il prima possibile. Prima l'avrebbero operata e prima sarebbe stata meglio!

Tra un controllo e l'altro (uno ogni due settimane) andiamo a Loreto, dalla Madonna Nera. Un paio di giorni dopo vedo mia suocera, che vive da noi, vestita di azzurro in camera da letto, che china sulla carrozzina gioca con la bimba.

Dopo cinque minuti la vedo in cucina ed è vestita di giallo, e le dico: "ma ti sei cambiata?". E lei mi risponde: "ma va là". E io le dico: "sì dai. t'ho visto 5 minuti fa in camera da Lara ed eri vestita di azzurro!". E lei convinta: "no tesoro, sono sempre stata col vestito giallo qui in cucina".

Ragazze io non so chi era la Signora d'azzurro vestita, che parlava tanto dolcemente a mia figlia quel giorno, ma vi posso dire che da quel momento in poi i controlli sono andati sempre meglio e si son fatti sempre più radi. A gennaio 2013, Lara ha 18 mesi, al controllo ci dicono con viso assolutamente stupefatto che il cuore di nostra figlia è sano, quei maledetti soffi sono spariti. E non c'è piu bisogno di nessuna operazione! Ora la nostra topolina è un uragano di vita… e mentre la guardo crescere forte e sana, so che lei ha una Nonna d'azzurro vestita molto, ma molto speciale, a cui devo la nostra felicità.

di Lorenza

(storia arrivata all'email redazione@nostrofiglio.it e pubblicata la prima volta il 20 giugno 2014)

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