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Un parto speciale: i gemelli di mamma Alessandra

di mammenellarete - 01.04.2009 - Scrivici

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Mi chiamo Alessandra e sono mamma di 4 bambini: Sara e Silvia gemelle di 14 anni, Alessio di 7 e Mattia di 6. Ho avuto tre parti “vaginali” (i secondi due con anestesia epidurale) ed è proprio dell’esperienza gemellare che vorrei parlare.

di Alessandra Rossetti

 

All'inizio della gravidanza non ho avuto particolari problemi: nessuna nausea, solo un po' di sonnolenza. Verso il quinto mese, però, la mia pancia ha cominciato a crescere in maniera veramente impressionante.

 

Io sono sempre stata "piccoletta" (160 centimetri per 45 chili, prima della gravidanza) e lo sono rimasta anche durante la gravidanza, tranne per quella specie di "siluro" che veramente, come dice il luogo comune, arrivava 10 minuti prima di me.

 

In tutta la gravidanza ho preso solo 11 chili, e stavano tutti lì. Tutti mi dicevano che i gemelli nascono per la maggior parte prematuramente, così mi sono disposta all’attesa, aspettando che arrivasse “il momento”.

 

Il momento, però, non arrivava mai: a “quei tempi” non c’era la prassi di far nascere comunque i gemelli entro la 38ma settimana, così io me la sono portata avanti fino alla 39+5 e, credetemi, facevo veramente fatica a fare qualsiasi cosa.
Dalle eco risultava tutto a posto, le bambine erano entrambe cefaliche e potevo considerarmi a termine anche per una gravidanza singola.

 

La mattina del lunedì 10 ottobre 1994 ero in clinica con i primi dolori. Durante la mattinata è iniziato il travaglio vero e proprio ed è durato fino alle 13, momento in cui il parto era del tutto aperto. Io ho sempre "sopportato" bene tutti i miei travagli e così è stato anche quella prima volta.

 

Sono entrata in sala parto e ne sono uscita 3 ore dopo, veramente sfinita. Non è stata proprio una passeggiata, in quanto io, non so perché, non avevo le doglie espulsive, come ha detto l'ostetrica. Cioè, non sentivo il bisogno di spingere ma solo un gran dolore generale dal collo alle caviglie e quindi le mie spinte non erano molto efficaci. Inoltre, come tutte le mamme di gemelli sanno, le ostetriche non possono aiutarti molto con le manovre che fanno sulle altre, perché potrebbero far dal male al secondo gemellino.

 

La presenza di mio marito è stata comunque fondamentale: mi ha aiutata, confortata, mi ha bagnato le labbra quando morivo di sete (questo anche è un motivo ricorrente di tutti i miei parti: la sete e il divieto di bere... tremendo!).

 

Alla fine, non so nemmeno io come, sono riuscita a far nascere Sara. E poi... ho ricominciato da capo. Questa volta ero veramente sfinita, non avevo più un filo di forza fisica, In più la “birichina” si presentava cefalica, sì, ma “di bregma" (cioè con la testa meno flessa) e quindi l’espulsione era più difficoltosa. Dopo molti sforzi e molto dolore, hanno deciso di usare la ventosa.
Silvia è nata (ben 20 minuti dopo la nascita di Sara...) con una specie di "cappellino", l'ematoma provocato dalla ventosa, che fortunatamente dopo due giorni è sparito.

 

Alla fine, comunque, ce l'avevo fatta: sono nate due bambine sane, belle e cicciottelle (2500 grammi). Tranne per il "cappellino" di Silvia, le bimbe sembravano veramente identiche: stesso peso, stessa lunghezza (47 centimetri), stessa testolina tonda tonda. La pediatra della clinica mi disse che non aveva idea di come le avremmo riconosciute e il papà per parecchio tempo non riuscì a distinguerle. Io per sicurezza lasciai loro il braccialetto per qualche giorno, ma devo dire che le ho sempre distinte senza grande sforzo.

 

Ma questo non è stato che l’inizio: mi sono resa conto che le vere “doglie”, per una mamma di gemelli, cominciano DOPO il parto. Le mie, per esempio, non dormivano mai. Inoltre ero completamente inesperta e sola e non sono stata capace ad allattarle al seno portandomi dietro enormi sensi di colpa.

 

Già, perché diventare genitori cambia la vita, ma diventare genitori di due o più bambini cambia la vita due volte di più. L'impatto emotivo, fisico e - non ultimo - economico è notevole. Spesso, come nel mio caso, è la mamma a trovarsi da sola con due o più bambini.

Sono per lei i pianti inconsolabili, la difficoltà ad allattare, le coliche, i rigurgiti, le nottate in bianco. Spesso è impossibile farsi una doccia o stare un po' al telefono con un'amica finché il papà non torna a casa.

 

Gemelli nel box

Gemelli nel box

Il senso di inadeguatezza, soprattutto se si tratta dei primi figli, è qualcosa quasi impossibile da evitare. Avere gemelli è un’esperienza che alla fine ripaga moltissimo, unica e splendida, ma spesso – soprattutto all’inizio - significa proprio frustrazione, stanchezza, stress e solitudine.

 

Per questo ho creato, insieme ad altre mamme e papà con esperienze simili alla mia, una rete di genitori che riesca a lenire il senso di solitudine e di sconforto. Il confronto tra pari è importante soprattutto per questo: si capisce di non essere gli unici a trovarsi in una certa situazione, di non essere inadeguati se non si riesce a fare tutto bene, di non essere i soli a cedere allo sconforto e, a volte, a perdere le staffe.
Si condividono i sensi di colpa, ci si sente capiti. Ci si scambiano consigli, i piccoli trucchi per risolvere i problemi di ogni giorno, le strategie per superare una fase e passare alla successiva. Siamo genitori di gemelli noi stessi e siamo tutti passati per le stesse situazioni, abbiamo avuto gli stessi problemi.

 

Sul forum si possono trovare articoli, esperienze, consigli di ogni genere. Alcuni di noi sono medici con diverse specializzazioni e mettono a disposizione degli altri genitori la loro professionalità. Questo è un valore aggiunto molto importante, perché i genitori possano trovare una risposta ai loro dubbi e, in questo modo, mettere un argine all'ansia. Naturalmente una "consulenza online" non può mai sostituire una "vera" visita medica ma, messo in chiaro questo, spesso bastano poche parole per portare un grande conforto.

 

Abbiamo scelto di chiamarci "Gemelli in Famiglia" (il forum si trova all’indirizzo http://www.gemellinfamiglia.it/forum/) perché in questo nome è racchiuso davvero tutto ciò che siamo: famiglie con gemelli e, in un certo senso, una famiglia noi stessi.

 

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