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Mio figlio è un miracolo

di mammenellarete - 11.06.2014 - Scrivici

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Quasi tre anni fa - è il 31 agosto 2011 - io e il mio fidanzato decidiamo di andare a fare una passeggiata in un centro commerciale e mentre camminiamo, io mi sento stanca, anche se non ho fatto nulla che possa farmi sentire così. "Mah" - penso - "ma come mi sento strana". Glielo dico al mio fidanzato, e lui mi chiede: - "ma cosa senti?" Io: - "sento che secondo me sono incinta!" Lui: - "ma come?!? Che dici?!? Come fai a dirlo???" Io: - "perché non mi sono mai sentita come mi sento adesso!" Allora il 1 settembre decidiamo di fare il beta, il pomeriggio vado a prendere i risultati da sola (il mio fidanzato è al lavoro) e con il cuore in gola, entro in macchina e apro quella busta. Inizio a leggere, ma non capisco quasi niente, e confronto il risultato con l'indice. Sono incinta di 4 settimane: il mio cuore batte forte, provo un misto di emozioni. Non ci credo quasi e telefono al mio fidanzato, lui rimane senza parole, ma siamo felici!

Tutto va bene, ma all'ottava settimana inizio a macchiarmi e chiamo il mio ginecologo che mi dice di stare a riposo e di prendere per una settimana il prontogest. Dopo una settimana vado a fare l'ecografia ed è tutto a posto: ho solo un piccolo distacco della placenta e da lì in poi tutto bene. Ma dentro di me sento che sta per accadere qualcosa.

 

Arrivata alla 37esima settimana, misuro la pressione e la minima è 84. Chiamo il ginecologo, che mi dà delle pillole per la pressione. Dopo una settimana, di venerdì, vado a fare il tracciato e parlo con il ginecologo, che mi dice che domenica devo ricoverarmi, perché lunedì mi avrebbe fatto il cesareo per paura di una salita repentina della pressione, pericolosa per me e per mio figlio.

 

E così è, la domenica mi ricovero e lunedì mattina del 23 aprile alle 10 mi vengono a prendere per portarmi in sala operatoria. Vado nel panico e inizio a piangere: ho paura di quello che potrebbe accadere. Ed eccomi in una stanza fredda, seduta e accovacciata per fare l'anestesia: sento un forte calore alle gambe, poi niente più!

 

Sto su quel lettino senza sapere cosa mi sta succedendo: non mi sento bene e non riesco a parlare, piango e vomito, all'improvviso alle 11:30 sento un pianto: è il mio bambino. Penso: - "quant'è bello, con quegli occhioni neri che mi guardano". 3050 kg di amore, dopo lo portano nel nido, dove lo aspetta la mia famiglia.

 

Dopo due ore in sala operatoria finalmente mi riportano in stanza, e vengo a sapere che quel sentirmi male era a causa della pressione, arrivata alle stelle!

 

Alle 19 mi portano il mio bambino, è bellissimo, ma c'è ancora qualcosa che non va, sento che nn respira bene e ha tanti muchi. Allora decido di chiamare il nido e di farlo venire a prendere, perché ha troppi muchi e non respira bene, e così fanno; il giorno dopo alle 9 me lo portano ma non si attacca al seno.

Allora penso che forse ci vuole un po' di tempo e di pazienza. Poi lo riportano nel nido.

 

A mezzogiorno sento che sta per arrivare il mio ometto. Sento le ruote delle cullette nel corridoio, ma all'improvviso un pianto forte di un bambino. E' il mio bambino, mando mia sorella a vedere cosa sta per succedere, ma nessuno le dice niente. Lei vede solo un'infermiera che corre verso l'ascensore con mio figlio in braccio. Tutti i bimbi sono nella camera e solo il mio non c'è.

 

Allora chiedo all'infermiera come mai mio figlio non c'è e lei mi risponde che è a causa dei troppi muchi, ma dentro di me sento che è successo qualcosa, e infatti dopo un'oretta viene un'infermiera e mi dice che mio figlio è diventato cianotico: ha avuto un blocco respiratorio.

 

Cosi lo trasferiscono al Monaldi (ospedale di Napoli): mio marito mentre aspetta in sala di attesa sente un dottore dire che mio figlio ha il 20% di possibilità di sopravvivere. Ma poi tutto prosegue bene per fortuna… e nel Monaldi resta 20 giorni: io faccio avanti e indietro da lì, ma senza sapere come mai ha avuto questo blocco respiratorio.

 

Il 16 maggio del 2012 mio figlio viene dimesso: mi viene detto che deve fare fisioterapia perché ha un'ipotonia assiale. Allora mio marito fa delle domande al medico per conoscere più o meno il futuro di nostro figlio e il dottore ci risponde così: "ma cosa volete sapere, se vostro figlio giocherá a pallone?!? Dobbiamo sperare che camminerá!!!". Lí il mondo mi cade addosso: non so cosa pensare e cosa fare, so solo che ormai la mia vita è distrutta da questo dolore, ma poi mentre torno a casa penso: io ce la farò, mio figlio é forte e sono sicura che ce la farà. Così mi rimbocco le maniche e iniziamo il calvario di visite e terapie: adesso mio figlio ha due anni, CAMMINA ed è un bimbo molto intelligente, è sanissimo!

 

È l'unico amore della mia vita, lui mi ha fatto capire il vero senso dell'amore e che la vita è un dono.
Con questa mia storia vorrei dire una cosa a tutte le mamme: qualsiasi cosa succeda, voi dovete sempre avere la forza di andare avanti ed avere fede. Io ho pregato tanto per il mio bambino e per tutti gli altri bambini.

 

Mio figlio è un miracolo!

 

di mamma Silvia

 

(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)

 

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