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Incinta a 19 anni: ho deciso di non abortire!

di mammenellarete - 10.04.2014 - Scrivici

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La mia storia cominciò ad aprile 2012. Io e la mia famiglia subimmo uno sfratto da casa in 6 ore. Da lì cominciò tutto. Andammo a vivere in un appartamento con 2 camere da letto ed eravamo in 6... A maggio mi accorsi di avere un ritardo di un mese, ma davo la colpa allo stress avuto. Dopo qualche giorno, convinta da mia cognata, feci il test e... fu positivo! Chiamai mia madre urlando e le raccontai tutto: non volevo un figlio proprio adesso, avevo solo 19 anni, non avevamo una casa, né avevo un lavoro e il mio compagno prendeva troppo poco per mantenere un bambino. Quando tornò a casa gli diedi la notizia e anche lui, sconvolto, pensò c

he non fosse il caso di tenerlo. Qualche giorno dopo cominciai a prendere in considerazione il fatto di tenere il bambino... da quel momento cominciammo a litigare ogni santo giorno.. finché mi decisi e andai al consultorio per chiedere di abortire. Dopo vari esami, il 15 giugno avrei avuto l'intervento.

Quel giorno mi presentai in ospedale a pezzi, in lacrime e senza la forza di camminare. Entrai nel reparto e vidi una donna che aveva appena fatto il raschiamento: era addormentata con la flebo al braccio. Da quell'istante cominciai a piangere e urlare. Volevo andare via! Presi a calci l'ascensore perché non si apriva...

Avevo deciso: "Io questo bambino lo voglio e non mi importa di niente e di nessuno".

Il mio compagno accettò l'idea di diventare padre e da lì cominciò a essere super protettivo.

Alla 20esima settimana scoprimmo il sesso: è una femmina! Da lì comincio il mio calvario: cominciai ad avere la pressione sempre più alta, mentre l'avevo sempre avuta bassissima. Andai dal mio ginecologo e dopo una visita mi disse di essere dilatata di 2 cm. Ero di 26 settimane. (Leggi la storia di Francesco, nato a 26 settimane)

La sera stessa andai al pronto soccorso: mi fecero il tracciato e l'eco. Mi dissero che non era niente e tornai a casa.

4 giorni dopo mi ricoverarono a causa la pressione altissima: 130 su 100. Mi fecero una puntura di cortisone per poter dare una speranza alla bambina che era poco più di un chilo perché il cordone ombelicale non la nutriva più.

Dopo una settimana mi ricoverano di nuovo per lo stesso motivo: durante il monitoraggio il battito cardiaco della bimba scendeva sempre di più. Io ero esausta e quando mi dissero che mi avrebbero fatto subito un cesareo d'urgenza mi tranquillizzai.

Entrai in sala operatoria.

Faceva un gran freddo (nel frattempo il mio compagno aspettò fuori e chiamò mia madre e i miei fratelli). Mi fecero l'epidurale e durante l'intervento la mia pressione era 160 120.

Dopo 10 minuti sentii un pianto debole, sembrava un miagolio di un gatto. Nacque Deborah. Pesava 1 kg e 215.

Me l'appoggiarono sulla spalla... era minuscola! Il tempo di darle un bacio sul nasino e la portarono via. Mi dissero che avevo la placenta vecchia e il cordone molto corto. Deborah si riprese subito non ebbe neanche bisogno dell'ossigeno: stava benissimo.

È stata 3 settimane in ospedale. Venne a casa che era 1 kg e 750. Si nutriva sia al seno che al bibe.

Da quel momento cominciò la nostra vita insieme a lei.

Io voglio ringraziare tutte le infermiere del TIN che ci hanno insegnato a prenderci cura di lei. Sono state davvero delle persone eccezionali.

Ora Deborah ha 17 mesi ed è super intelligente.

Che dire: sono stra felice della scelta che ho fatto e se guardassi indietro, non ci penserei due volte a tenerla con me.. ;-)

di Giulia

(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)

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