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Sono una mamma giovane e orgogliosa di due gioielli

di mammenellarete - 04.02.2016 - Scrivici

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Fonte: Alamy
Ho due splendidi figli e una storia a lieto fine. Sono rimasta incinta del primo bimbo dopo diverse difficoltà e ho dovuto partorire con taglio cesareo . Il dolore è stato grande ma il mio cucciolo è venuto alla luce sano e bello. Dopo un po' di tempo, lo ha raggiunto il fratellino. E' stata dura partorirli e crescerli. In molte occasioni ero distrutta dalla stanchezza, ma ora sono felice.

Sono una mamma di 24 anni di due splendidi bambini, che hanno 5 e 2 anni.

 

Mi fidanzai quando avevo 16 anni: ci innamorammo da subito. Per un anno e mezzo ci frequentammo, poi lui per problemi personali e economici si trasferì in Sicilia, chiedendomi di andare con lui appena compiuti i 18 anni.

 

Andai contro tutta la mia famiglia, che non voleva che mi trasferissi. Ma io decisi di andare e così fu. Iniziammo la nostra vita insieme. Un giorno, facendo una visita ginecologica di controllo (per vedere se avevo delle cisti dato che avevo già subito due operazioni a causa delle cisti ovariche) la ginecologa mi disse che io al 99 % non avrei potuto avere figli.

 

La causa? Avevo l'utero retroverso e flesso ed ero disperata perché avevo sempre voluto un bambino. Ero molto dispiaciuta da questa notizia e il mio compagno mi disse che potevamo provare ad averlo.

 

Così il primo mese non arrivò niente. Io aspettavo puntualmente il ciclo ogni 23. Anche nel secondo mese non accadde nulla: ero disperata, poi io e il mio compagno decidemmo di staccare la spina e di andare a fare un viaggetto in nave.

 

Lì passammo una notte bellissima e senza pensieri. Il mese dopo aspettavo il ciclo il 23, come tutti i mesi. Non avevo mai avuto un ritardo né il ciclo era mai arrivato in anticipo. Quel mese non venne. Io ero agitata, dovevo sapere e così comprai il test di gravidanza e lo feci.

 

L'ansia saliva nell'attesa del risultato, così guardai e con mia grande sorpresa scoprii che era positivo. Fu un'emozione unica, la più bella della mia vita. Prenotai subito visite e da quel momento cominciò la mia vera vita.

 

Avevo un esserino nel mio pancino da proteggere da tutti e da tutto. Sapevo che era un maschio: ne ero convinta e infatti così fu.

Trascorsi una bellissima gravidanza, con 25 chili in più. Ma per una magrissima come me non contavano niente. La pancia cresceva, anche i mesi passavano, finché giunse il 2 dicembre.

 

Non mi sentivo bene e andai in ospedale. Avevo contrazioni, ma erano leggere. Mi tennero una notte in ospedale, poi mi mandarono di nuovo a casa. Mentre andavo alla macchina le contrazioni aumentarono e decisi di non tornare a casa e di aspettare, andando da mio fratello che abitava non distante dall'ospedale.

 

Mi feci una doccia bollente, ma stavo troppo male e decisi di tornare in ospedale. Mi attaccarono al macchinario per il monitoraggio. Avevo contrazioni molto forti e vicine, ma la dilatazione era di due centimetri e iniziai a camminare su e giù, finché giunse il pomeriggio.

 

Mi rivisitarono e ancora: ero di due centimetri. Continuavo a camminare su e giù. La sera decisi di fare un'altra doccia bella calda, che però aumentò i miei dolori. Chiamai perché mi visitassero e mi dissero che ero a 10 centimetri e che dovevo andare in sala parto.

 

Lì fu bruttissimo, cominciai con le spinte e provai un dolore incredibile. Avevo 5 ostetriche intorno e un ginecologo maschio. La testa venne fuori, ma il bimbo non riusciva a venire fuori del tutto. Continuavo a spingere, ma non avvenne niente.

 

Il bambino stava andando in sofferenza e i dottori decisero di farmi l'episiotomia veloce. Così fu. Mi fecero una puntura, poi mi dissero: "Non possiamo aspettare che faccia effetto l'anestesia". Perciò tagliarono e io sentii il dolore più forte che abbia mai provato in vita mia. Il bimbo uscì subito e pianse. Lo portarono a fare le visite, mentre mi ricucivano.

 

Il mio bimbo nacque all'una e 45 di notte. Era di 3,700 kg. Io non riuscii a piangere, avevo un dolore tremendo. Avevo anche molta sete e sapevo che da quel momento sarebbe iniziata la mia nuova vita con mio figlio e il mio compagno.

 

Mi chiedevo se ce l'avrei fatta. Mi portarono il bimbo in camera, mentre il mio compagno non poteva stare con noi. Il mio bimbo pianse tutta la notte e non chiuse mai occhio. Io ero distrutta, il male era forte, il piccolo non dormiva.

 

Passarono tre giorni e tornai a casa dove vivevo con il mio compagno, mio suocero e mio cognato. Immaginate la mia vita con tre uomini e il mio cucciolo cosa. Iniziò un periodo molto difficile.

 

Il mio bimbo non dormiva mai né di giorno né di notte. Io non potevo stare in piedi né seduta per il male procurato dalla ferita, ma sopportavo. A questo aggiungete che ero completamente sola. Per la disperazione piangevo sempre: non dormivo mai ed ero allo stremo delle forze.

 

Andai avanti fra sorrisi falsi in casa e lacrime in camera da letto. Il mio bimbo cresceva e io ero sempre più cotta di lui. Poi arrivò dopo due anni il fratellino. Nel frattempo le cose cambiarono. Noi andammo a vivere da soli e ad agosto del 2013 nacque anche l'altro mio gioiello, che ora ha due anni.

 

Adesso li cresco da sola, perché mio marito purtroppo lavora sempre e le nostre famiglie sono lontane. Sono davvero tanto stanca e a volte mi sembra anche di non farcela. Ma ce l'ho fatta e lo rifarei altre miliardi di volte.

 

Un messaggio alle mamme: non arrendetevi mai e dico mai, anche se siete sole. I momenti brutti passano, poi sarete le mamme più felici della terra.

 

di mamma Faby

 

(messaggio arrivato all'indirizzo email redazione@nostrofiglio.it)

 

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