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Mio padre era un padre padrone: sono riuscita a fuggire dalla sua violenza

di mammenellarete - 30.08.2016 - Scrivici

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Questa è la mia storia. Una storia fatta di sofferenza, di un matrimonio con un uomo che non amavo, di figli non cercati ma arrivati, di violenza e soprusi. Ma oggi sono felice, insieme a mio marito e ai miei quattro bimbi.

Incominciò tutto nel 2001. Allora ero una ragazzina di soli 14 anni avevo così tanti sogni...

Mio papà era un padre padrone, gelosissimo di tutto e tutti e non potevo uscire, non potevo frequentare ragazzi, neanche come amici. Niente di niente: gli uomini dovevano restare fuori dalla mia vita.

Ma io ero così bella e ricercata dai ragazzi che anche se non li cercavo erano loro a cercare me.

Cominciai quindi a frequentare un ragazzo della mia stessa età. Era così bello... ed io mi innamorai per la prima volta! Tra noi ci furono solo baci, senza nessuna malizia... lui mi spezzò il cuore ed io per dispetto incominciai a frequentare quest'altro ragazzo con il quale, dopo qualche mese insieme, persi la verginità. Tutto questo sempre di nascosto di mio padre e mia madre.

Questo ragazzo si rivelò un'altra delusione ed io mi chiusi in casa col cuore spezzato senza poterlo dire a nessuno per paura. Allora avevo un diario e ci scrivevo di tutto. Scrissi tutto quello che mi passava per la testa.

Cercai di dimenticarlo e ci riuscii quasi!

Un giorno tornai a casa dopo la scuola e trovai mia mamma in lacrime dicendo che aveva letto il diario e che aveva scoperto tutto. Le chiesi in lacrime di non dire niente a mio padre, ma niente, mia mamma non poteva mantenere quel segreto, allora mio padre fu messo al corrente che la sua bambina aveva perso la verginità e che questo ragazzo l'aveva lasciata.

Mi costrinsero a stare insieme, ci costrinsero! Le parole furono: "Ora te la tieni".

Lui per paura accettò ed io lo stesso anche se ormai tra noi non c'era più niente. Eravamo costretti a fingere di amarci. Dopo un po' cominciammo a volerci bene, diventò abitudine e vivemmo anni di fidanzamento cercando di amarci.

Arrivati nel 2006, il mio allora fidanzato ebbe un incidente e stette in coma mesi. Io non lo abbandonai mai, gli stetti sempre accanto fino al suo risveglio. A quel punto mi dissero che sarebbe rimasto vegetale ed io non ho mai avuto il pensiero di lasciarlo perché gli volevo bene e dovevo rimanergli accanto...

A quel punto mio padre mi dice di lasciarlo, che ormai non era più normale e che con lui non avrei avuto una vita normale, ma io niente, continuai con tutte le mie forze. Mi chiusi con lui in una clinica per mesi.

Lui alla fine si riprese. Non alla perfezione, ma al 70 per cento. Allora decidemmo di sposarci e di avere un figlio. Scegliemmo la data: luglio 2007. E a maggio 2007 restai incinta.

Non so che mi capitò, ma nel momento in cui seppi che aspettavo il mio bambino non mi importava più di lui, non volevo più sposarmi, non volevo più stare con lui, mi accorsi che io non lo amavo proprio e cercai di parlarne con i miei, ma non c'era ragione di sentirmi... ormai ero incinta e non potevo permettermi di rimanere senza un marito! Cosa avrebbero detto la gente? La mia reputazione sarebbe caduta in basso.

Strinsi i denti pensando al bambino che avevo in grembo e mi sposai a malincuore.

A dicembre 2007 nacque il mio bimbo: ero così felice, ma di mio marito non mi importava ancora niente e non era da poco ormai...

Cercai di parlare con mio padre, ma niente. Ne parlai anche con mio marito, ma lui era dalla parte di mio padre: mi tenevano ormai nelle loro mani e non potevo uscirne.

Stetti così male... andai avanti per mio figlio, ma me e mio marito c'era solo indifferenza.

Mi feci coraggio e nel 2009 cacciai di casa mio marito, ma lui non se ne andò.

Si rifugiò da mio padre chiedendo aiuto.

Nel frattempo ricoverai mio figlio per una bronchite e mio marito era sempre lì con me. Io ero così stanca, mi sentivo debole dentro e così mi rifugiai tra le sue braccia rimanendo incinta.

Ero scioccata! Una sola volta ed io rimasi subito incinta. Subito mi confidai con mia mamma e mi disse che era un segno di dio e che dovevo rimanere con mio marito.

Mi lasciai convincere e nel 2010 nacque il mio secondo bimbo. Ma tutto peggiorò. Litigavamo ogni giorno, volevo che se ne andasse, ma niente: se ne stava con me solo per comodità e si faceva prendere dalla pietà. Era un uomo senza orgoglio.

2011: il tradimento.

Sì, lo tradii e volevo che lui lo sapesse così mi avrebbe lasciata. Ma niente, mio papà mi rinchiuse in casa uccidendomi di botte e lui niente: indifferente.

Mio papà gli disse che avevo sbagliato e che doveva lasciarmi, ma lui niente.

Passarono altri anni.

2012 e mi innamorai di un altro ragazzo. Mio padre lo scoprì e lo fece scappare via dal paese.

A questo punto ero depressa: non mangiavo, non dormivo, stavo malissimo.

Una mia zia capì la situazione e lo cacciò finalmente di casa. Io, chiusa in casa a chiave nelle grinfie di mio padre padrone, sotto controllo in tutto, volevo morire.

Ho cercato di farmi del male: io volevo solo la mia vita, quella che non ho mai avuto.

Mio marito era sempre nella mia famiglia: mangiava da mia madre, dormiva da mia nonna ed io non riuscivo a liberarmi di lui. Ero in gabbia e nessuno poteva aiutarmi.

Avevano tutti paura di mio padre e nessuno mi chiamava, nessuno mi veniva a trovare.

Sola, io e i miei figli che andavano a scuola con mio padre e non potevo neanche affacciarmi.

Ero disperata.

Ad agosto 2012 incominciai ad uscire un po' con una mia amica.

Portavamo i bambini al parco ed ad ottobre incontrai un ragazzo, un mio vecchio amico di scuola.

Incominciammo a sentirci al tel e io man mano mi innamorai di lui. Ci vedevamo di nascosto, di notte, a casa mia, con la paura.

Gli raccontai tutta la mia storia, ma lui era forte e mi disse che mi amava e che avrebbe affrontato tutto con me.

Passarono i mesi e a gennaio 2013 scoprii di essere incinta di due gemelli. Ero così spaventata... lui mi amava, io pure, perché non potevamo stare insieme alla luce del sole?

Allora mi confidai con mia zia che mi portò ad abortire dicendo che non doveva saperlo nessuno, altrimenti mio padre l'avrebbe uccisa.

Io e questo ragazzo continuammo a stare insieme di nascosto, ma mio padre cominciò a sospettare qualcosa e mi iniziò a far seguire: mi metteva una vedetta fuori casa per vedere chi entrava di notte e noi incoscienti non ci accorgeremo di niente.

A maggio 2012 mio padre andò da questo ragazzo e gli fece male. Lo mandò in ospedale.

Io l'ho affrontato: gli di dissi tutto quello che pensavo e cercò di buttarmi dal balcone. Ero disperata. Mi avvelenai, ma a nessuno importava di me, tutti avevano paura. Allora il mio fidanzato non mi abbandonò. Appena uscito dall'ospedale mi portò via: portò via me e i miei bimbi. Mi disse: "Prepara tutto e andiamo via".

Io ero così contenta! Andammo via di notte con la paura che mio padre ci facesse seguire.

Era agosto 2013 e nessuno sapeva dove ero e nessuno aveva il mio numero. Stavo così bene, mi sentivo viva! Il padre dei bambini che era ancora nella mia famiglia aiutò le ricerche di mio padre per trovarci, ma non ci trovarono.

Arrivò dicembre ed io mi feci coraggio, andai a casa di mio padre sola e lo affrontai.

Lui chinò la testa: erano mesi che non mi vedeva e mi abbraccio e mi disse: "Ok, fai come vuoi".

Ora ho 4 splendidi bambini, una vita mia dove nessuno decide per me e sono felice col mio attuale marito.

Una mamma

(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina Facebook)

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Aggiornato il 22.08.2017

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