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Tra Roma e Parigi: storia di una grande amore internazionale

di Nostrofiglio Redazione - 10.04.2013 - Scrivici

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Io abitavo a Roma, lui a Parigi ed... ero incinta! Ci conoscevamo da pochissimo ed ero incinta! Il giorno dopo che gliel'ho detto, eravamo in videochiamata e mi fece vedere che aveva comprato un pallone da calcio. Io urtata gli dico: "Un pallone?? Ma ti pare il momento di giocare????" Lui mi sorride: "Ma non è per noi che dobbiamo giocare..questo lo ho comprato per il bambino che dovrà giocare con me a calcio!!! 

di Martina

 

Circa tre anni fa, scherzando con una mia amica del fatto di andare a Parigi di mattina presto e tornare con l'ultimo aereo e se mai lo avremmo fatto... bhè lo abbiamo davvero!!

 

Arriviamo a Paris, ci fermiamo a prenderci un caffè appena arrivate a Gare de Nord e lì incrocio lo sguardo di un ragazzo bellissimo con due occhi neri magnetici. Io e la mia amica iniziamo a fare commenti, tanto non ci capirà !! Invece lui inizia a parlare con noi, ma deve andare a lavorare e ci invita la sera per prenderci un caffè. Neanche a dirlo rimane sbigottito quando gil diciamo che la sera saremmo tornate a Roma. Cosi ci lascia il suo indirizzo di facebook e noi gli lasciamo il nostro...

 

Tornata a casa la sera, trovo la sua richiesta d'amicizia con allegata una canzone di Eros. Bhè, inutile dirvi che la mia mente ha iniziato a viaggiare...

 

Fatto sta che siamo arrivati a sentirci tutti i giorni e parlavamo di tutto, ma veramente tutto, soprattutto poiché apparteniamo a due culture completamente diverse e riuscivamo a darci spiegazione logiche sulle nostre differenti religioni (io sono cattolica e lui è musulmano).

 

Passammo dei mesi così...

 

Un giorno mentre eravamo in videochiamata, mi chiede dei miei dati personali. Io, un po' perplessa, gli rispondo. Il giorno dopo, ripensandoci, gli chiedo a cosa servivano i miei dati e lui mi risponde nel modo più naturale del mondo, che mi aveva fatto un biglietto per raggiungerlo... il mio cuore è scoppiato di felicita!!!!

 

Arriva il giorno della partenza. Avevo detto ai miei che tornavo a Parigi perché non mi era bastato un giorno!!! E così presi il mio aereo: ero emozionatissima, lo avrei rivisto!!! Mentre ero in viaggio pensavo a cosa avremmo fatto, cosa gli avrei detto, che cosa sarebbe successo.

..

 

Uscita dall'area internazionale scrutavo ogni singola persona, ma lui proprio non lo vedevo e in quei minuti ho pensato: "Ma chi me lo ha fatto fare... ma a questo chi lo conosce!!! Ma come mi è venuto in mente!!!"

 

Poi mi sento chiamare. Era dietro di me... bellissimo con un profumo che non scorderò mai! Prende il mio trolley e ci fermiamo per un caffè e iniziamo a parlare del più e del meno.

 

Ho passato tre giorni bellissimi e abbiamo deciso di provare a stare insieme... poi sono tornata a casa e da li ho iniziato ad accennare la cosa a mia madre che non approvava assolutamente. Ogni volta che doveva partire per andare da lui era una tragedia greca dentro casa mia. "Ma dove vai? Noi non lo conosciamo. E' musulmano, sai che significa?? Che ti segrega dentro casa o peggio ancora ti succederà qualcosa e noi dove ti verremo a cercare???"

 

Io ho sempre avuto un carattere forte ed ho proseguito per la mia strada....

 

Tornai da Parigi il 18 novembre.

 

Il 24 dicembre scoprii di aspettare un bambino... Iniziai a piangere. Non potevo averlo! La situazione non era giusta per un bambino. Chiamai lui singhiozzando e gli dissi che ero incinta. Lui rimase senza parole. Dopo circa 2 minuti di silenzio, mi disse: "Amore stai tranquilla che tutto si sistema..."

 

Il giorno dopo eravamo in videochiamata e mi fece vedere che aveva comprato un pallone da calcio. Urtata gli dico: "Un pallone?? Ma ti pare il momento di giocare????"

 

Lui mi sorride: "Ma non è per noi che dobbiamo giocare. Questo l'ho comprato per il bambino che dovrà giocare con me a calcio!!!" Io rimasi sbigottita!!! Dissi a mia madre che avevo un ritardo e lei reagi malissimo. Figuriamoci quando le avrei confermato che le sue paure erano giustificate... Il giorno dopo le dissi che le beta erano alte e che quindi aspettavo un bambino.

.. Urla, strilli... non vi dico...

 

Poi, passata una settimana o due, ricominciamo a parlarci e con tutta la calma che possiedo le ho spiegato che io con questo ragazzo ci stavo realmente bene...

 

Così inizio piano piano ad accettare la cosa...

 

Ormai ero giunta al 4 mese di gravidanza e il mio compagno riuscì a raggiungermi a Roma!!!! Così iniziammo a fare i preparativi del matrimonio. Lo organizzammo e... il 29 marzo 2012 siamo diventati marito e moglie!!!!!

 

Rimase ancora con me perché io insistevo nel dirgli di aspettare che il lavoro prima o poi sarebbe arrivato. Non fu così. Quindi per far fronte alle imminenti spese che avremmo dovuto affrontare, tornò a Parigi per lavorare.

 

Tornò a Roma per la nascita della bimba che è nata il 15 agosto!! Da lì, con la scusa che mi serviva un supporto per la bambina, riuscii a trattenerlo fino ad ottobre nella speranza che ci fosse una qualche possibilità lavorativa. Ma niente. Così ennesimo aeroporto, ennesimi saluti...

 

Fortunatamente il suo lavoro a Parigi lo aspettava. Io ancora non riesco a trasferirmi definitivamente perché vorrei prima finire i miei studi e quindi, per il momento, siamo ancora così. Divisi insomma. Ma io ho piena fiducia in ciò che io e lui siamo nonostante le nostre differenze culturali. Bisogna sapersi rispettare e saper anche condividere.

 

(storia di Martina arrivata nella posta di Facebook alla redazione)

 

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