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Scuola materna: il nostro inserimento

di Viviana - 29.04.2013 - Scrivici

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La bimba ha due anni e quattro mesi, è gennaio ed incredibilmente bisogna già pensare ad iscriverla all’asilo. Il tempo vola! Quasi non ci si crede… Andiamo in comune e sentiamo come si fa ad iscriverla. Bisogna parlare col vigile,va bene,andiamo da lui che ci spiega che esiste un comprensorio che comprende vari istituti di diversi ordini e grado la cui segreteria è nelle scuole medie del paese accanto al mio. Lì avremo i moduli per l’iscrizione e le altre informazioni. Alla segreteria mi consegnano vari moduli non proprio semplici da compilare se non hai mai

mandato altri bimbi all’asilo, devi scegliere quante ore vuoi fargli fare, ma senza sapere come si sviluppano, scegliere in quale asilo mandarla, senza averlo mai visto, e prendere atto del fatto che se gli iscritti risulteranno troppi entreranno in gioco le liste d’attesa.

 

Se lavorano madre e padre si sale nella lista, se si vive nello stesso comune dell’asilo si sale eccetera eccetera.

 

Poi quasi per caso sento un papà che dice: "Quando è il giorno a disposizione per visitare la struttura?"

 

Come? Dove? Quando? Perché ?? Io neanche sapevo che le strutture fossero visitabili! Perché nessuno me ne aveva informata? Se non lo avessi sentito per caso non facendomi una botta di fatti miei…..

 

Ma perché a me non dice mai niente nessuno?

 

Uffa!

 

Mi rifaccio la mia coda e chiedo anche io quando è visitabile ‘sto benedetto asili. Mi danno il giorno e me ne vado tutta soddisfatta.

 

Il giorno della visita alla struttura siamo arrivati in ritardo, ma qualcuno è arrivato più in ritardo di noi!

 

Abbiamo fatto il giro di questo piccolo asilo di campagna, oh, io giravo col magone e gli occhi umidi… mi figuravo la mia piccolina lì sola a girare e fare cose senza di me…

 

Quei piccoli banchi, quei piccoli gabinettini… ma a lei dovevo far vedere che eravamo tutti felici di quel posto e che ci sarebbe stata benissimo, farle vedere tutte le cose belle e parlargliene bene.

 

Naturalmente lei appena siamo entrati si è avvinghiata a noi e ha nascosto il viso nella spalla del papà da cui si era fatta prendere in braccio; lei era così, dappertutto faceva così. Iniziava a far vedere il suo viso dopo circa tre quarti d’ora! E lì non ha fatto eccezione.

 

Le maestre non la calcolavano allora dopo i famosi tre quarti d’ora, avendo visto bimbi che giocavano e si erano ambientati subito, si è decisa a scendere per andare a giocare con loro, sempre con me o il papà appiccicati.

 

Nel frattempo noi ci informavamo su tutto ciò che ci interessava, ci hanno consegnato anche il regolamento e un elenco di materiali didattici da comprare.

 

Finita questa riunione abbiamo continuato le nostre vite fino a quando è arrivato settembre ed ho ricevuto una chiamata dalla segreteria che mi informava del fatto che il giorno tale alla ora tale era indetta una riunione per parlare dell’inizio delle lezioni.

 

Sono andata senza bimba e c’erano tutte le altre mamme, io non conoscevo nessuno.

 

Ci hanno fatte sedere nell’aula del refettorio su quelle piccole seggioline: di una cosa potevo stare serena, quelle sediette erano robuste!!!

 

Ci è stato illustrato che i bimbi nuovi sarebbero stati divisi in due sezioni e sarebbero entrati a scaglioni, in modo da farli ambientare pochi alla volta senza avere tutti insieme una decina di bimbi piangenti per classe.

 

La mia sarebbe entrata nell’ultimo scaglione.

 

Siamo andati con emozione a comprare i grembiulini, gli asciugamani, le tovagliette e i bavaglini con l’elastico come richiesto. La bimba era tutta contenta di tutte quelle cose nuove da mettere nello zainetto insieme a colori, matite,gomme e fogli.

 

Poi è arrivato il primo giorno, noi le avevamo spiegato che l’avremmo accompagnata lì insieme io ed il papà, saremmo rimasti un pochino e saremmo andati via per poco poco tempo per tornare poi da lei. Lei annuiva tranquilla e noi ci guardavamo stupiti di questa tranquillità anormale per lei, ma vabbè.

 

L’ho vestita, le ho fatto due belle trecce e poi le ho messo il grembiulino. Era carinissima, ma un nodo enorme si è formato nella mia gola mentre le scattavo una foto.

 

Il suo primo giorno in società era arrivato, lei sarebbe andata lì da sola, avrebbe fatto cose che io non sapevo.

 

Era davvero pronta così piccola? E se fosse caduta ed avesse chiesto di me? E se qualche compagno l’avesse tormentata? E se le maestre fossero state terribili come si sente nei tg? E se, e se, e se….

????

 

Basta, doveva andare all’asilo! Il papà mi scrollava moralmente. Lei non sentiva le mie rimostranze stupide, sapevo che lo erano, ma era mio dovere di mamma farle, oh!!!

 

Arrivati all’asilo c’erano tre coppie di genitori col loro pargoletto. La mia bimba era in braccio a noi, ma tranquilla, sorrideva e diceva che avrebbe giocato. Poi uno dei bimbi ha iniziato a piangere come una fontana ed ho visto in mia figlia un’espressione un attimino preoccupata. Il bimbo diceva: "Non voglio starci, non andate via!", e lei era sempre più preoccupata. Allora la maestra ci ha detto che era il caso di andare via finché era serena. Le abbiamo detto che stavamo andando e si è aggrappata a noi iniziando a piangere. La maestra me l’ha strappata dalle braccia ed io ho mantenuto non so come un sorriso tirato per il suo bene, per farle vedere che ero d’accordo e che sarebbe stata bene… ma non lo ero!!! Come poteva quella strapparmela così dalle braccia?

 

La bambina piangeva, urlava e tendeva le braccine verso di me ed io ero costretta ad andar via lasciandola lì così.

 

Sono uscita da lì ed ho iniziato a protestare in modo colorito con mio marito!

 

Ma siamo matti? Ci hanno fatti andare via dopo solo un quarto d’ora che eravamo lì? Come può una bimba ambientarsi in quel modo? Me l’hanno strappata via? Quelli hanno sbagliato tutto!!! Io non ce la mando più!!!

 

Sono tornata a casa che giravo vorticosamente per le stanze, mi sentivo come una tigre in gabbia, non riuscivo a concludere nulla, come potevo? Continuavo ad immaginarmi la mia bimba lì tutto il tempo a piangere.

 

Sì, sta piangendo ancora, ne sono sicura! Quella strega me l’ha strappata dalle braccia, piangerà eccome! Poverina!

 

L’orario fissato per andare a prenderla erano le 11.

Io alle 10,45 ero lì che parcheggiavo.

 

Grida di bimbi, ma non grida di tristezza o di pianto, grida di bimbi felici… vediamo un po'?

 

Mi sono avvicinata piano piano alle sbarre del cortile e ho sbirciato fra le foglie della siepe. Ho visto subito il piagnone del mattino che rincorreva un altro bimbo ridendo…toh! Guarda che trasformazione!

 

Poi ho individuato la mia, era in cima allo scivolo che dirigeva il traffico dei bimbi che dovevano scendere.

 

Lei????

 

Non ci credevo!!!

 

Mi sentivo da un lato sollevata, ma dall’altro smontata. Ero davvero curiosa di sapere come era avvenuto tutto ciò in solo due orette, che miracoli sapevano fare lì dentro?

 

Appena sono potuta entrare pensavo che mia figlia mi sarebbe corsa incontro, invece non mi ha neanche notata. Ne ho approfittato per chiedere delucidazioni alle maestre che mi hanno detto che aveva pianto un pochino e poi aveva smesso per mettersi a giocare da sola.

 

Poi lei mi ha vista, non voleva venire da me perché si diceva arrabbiata. Io le ho dato un ovetto, era prima di pranzo, ma era indispensabile e le ho spiegato: "Io ti lascio qui di mattina poco poco, poi ti vengo sempre a prendere e se stai brava ti porto un ovetto."

 

Ha accettato l’ovetto e siamo andate in auto, non mi ha raccontato nulla, dovevo abituarmici.

 

Dopo 4 giorni era già malata e tutte e 4 quelle mattine aveva pianto quando ero andata via e non mi incantava più, perché ogni volta che andavo a prenderla giocava felice. Era tutta una sceneggiata a mio uso e consumo, perché poi ci stava bene.

 

Il primo mese ha fatto solo 7 giorni di asilo fra una malattia e l’altra. Il secondo una decina, ma via via che passava il tempo la mattina non piangeva, frignava solo un pochino, si faceva prendere in braccio dalle maestre e si faceva portare a salutarmi dalla finestra.

Poi le maestre mi hanno detto di lasciarla per il pranzo, lei era di nuovo imbestialita per questo abbandono, ma si è velocemente abituata anche a questo. Poco a poco ho iniziato a vedere che arrivava lì e mi lasciava anche sorridendo, dava un bacio alla maestra e un bel giorno un bimbo è venuto fuori dalla classe a prenderla per mano dicendomi: "Ciao, io sono il fidanzato!"

 

Mia figlia di tre anni non solo andava bella tranquilla all’asilo, non solo baciava ed abbracciava la maestra che me l’aveva strappata dalle braccia, ma si era pure fidanzata!!!!

 

Bè, almeno aveva dei bei gusti, lui era un bel bimbo e anche educato!

 

Ora il suo primo anno di asilo sta volgendo al termine, fino a gennaio è stata malata almeno ogni 15 giorni, a Natale siamo stati tutti malati, fra gennaio e febbraio si è fatta un mese a casa. Il primo anno è così, si ammalano in continuo e la maggioranza delle mamme si ammala con loro, però va contenta all’asilo e ci sta così bene che quando deve stare a casa perché è malata o perché c’è una festività, mi chiede quando ci può tornare e di portarcela per favore!

 

Incredibile, dopo un inizio burrascoso mai avrei immaginato questo cambiamento, inoltre lei è cambiata tanto, ora non si nasconde più per tre quarti d’ora, è sempre timida e sta un pochino dietro la mia gamba con gli estranei, ma poi si lancia in chiacchiere e giochi. E' cresciuta e ha imparato molte cose: se io mi fossi arresa all’inizio cedendo a quei pianti e facendomi ingannare dal fatto che me l’avevano strappata dalle braccia credendo fossero dei mostri, non avrei mai visto quanto invece le maestre siano due splendide persone che si sono fatte benvolere dalla bambina e quanti benefici abbia portato in lei l’asilo.

 

Solo una cosa non è cambiata: quando all’inizio chiedevo a mia figlia: “Cosa hai fatto oggi all’asilo?”, lei mi rispondeva: “Niente”.

 

Ora alla stessa domanda mi risponde: “Tutto”, ma rimane il fatto che non aggiunge altro e io so ben poco di quello che lei fa lì. Ma di una cosa sono certa: ci sta bene, è contenta, si diverte, ha amici e un fidanzato. Più di così!

 

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