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La psicologia e i pensieri del neonato

di mammenellarete - 21.08.2009 - Scrivici

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Anche il bambino appena nato ha dei pensieri. Quante volte vi sarete chieste: chissà che cosa pensa il mio bambino, come interpreta il mondo esterno e quali considerazioni fa delle azioni che noi compiamo e che lui stesso compie? In questo post cerchiamo di dare una visione generale e comprensibile di quello che possa succedere nella mente del neonato.

Quando il bambino nasce, con lui nasce anche il suo mondo esterno, come se la sua persona e la realtà con cui viene a contatto fossero una cosa sola e vengono poi a distinguersi piano piano durante lo sviluppo.

 

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L’esistenza di un neonato, già nei primi momenti di vita, sembra possa essere solo sofferenza e dispiacere: il trauma del parto, il passaggio da una realtà fisica (la pancia della mamma) ad un’ altra realtà autonoma, in cui si nutre e respira senza alcun aiuto.

 

Questa serie di traumi, come anche la fatica, i bisogni fisici vengono considerati dal bambino una condizione di abbandono e solitudine che vive con dispiacere.

 

La tendenza naturale del neonato è quella di cercare il piacere che riesce a trovare quando incontra il seno materno, ad esempio, e prova la suzione che va oltre una semplice sensazione di benessere fisico. Con questo atto primitivo, il bambino cerca di incorporare dentro di sé il piacere e scacciare il dispiacere che può identificarsi semplicemente con la sofferenza che prova quando espelle le feci: anche un episodio interno al suo corpo può essere considerato da debellare.

 

Dunque a cosa pensa?

 

 

Il neonato fa una distinzione tra piacere e dispiacere e non tra mondo proprio e mondo esterno.

 

Per esempio, nel caso in cui un neonato riceva un colpetto sulla testa, su una qualsiasi parte del corpo e provi dolore, piange, ma questo non perché ha capito che quel colpo è stato provocato dall’esterno, da qualcun’altro che gli ha procurato il dolore. Per un adulto il colpo è esterno, ed il dolore interno, per un neonato dolore e colpo sono una cosa unica. Con il passare del tempo, il bambino comincerà ad identificare la sua persona con la parte interna a se stesso e il fuori come il mondo circostante.

 

Questo processo, ovviamente avviene solo dopo parecchi mesi in cui prende coscienza della propria identità e comincia a diventare un individuo autonomo ed indipendente.

 

Prende coscienza anche della mamma come persona esterna che può aiutarlo, soprattutto nei suoi dispiaceri. La sensazione iniziale di abbandono e solitudine si cancella perché il piccolo ha capito l’importanza di questo suo alleato esterno al suo corpo che è proprio la mamma.

 

Quali sono le curiosità che vorresti conoscere del tuo piccolo? Parliamone sul forum!

 

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