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Bambini e psicofarmaci

di mammenellarete - 07.12.2009 - Scrivici

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«In Europa i bambini che soffrono di disturbi del comportamento sono tra il 10 e il 20% della popolazione pediatrica. In Italia circa il 9%. E quelli che nel nostro paese assumono psicofarmaci sono tra i 30 e i 60 mila». Questo l'allarme lanciato da Roberta Angelilli, vice presidente del Parlamento europeo durante la presentazione di un dossier sull'argomento. «Il problema è che di frequente un bambino o un ragazzo in difficoltà - denuncia - viene trattato con psicofarmaci solamente perché non vi sono le necessarie conoscenze per aiutarlo a superare le sue difficoltà». «Senza dubbio alcuni casi hanno bisogno di assistenza farmacologia  ma spesso i bambini hanno semplicemente un carattere poco estroverso o al contrario molto vivace. In alcuni casi somatizzano lo stress e le ansie dei genitori. In situazioni di questo genere la soluzione consiste nell'offrire un supporto pedagogico-educativo adeguato, da parte dei genitori e del sistema scolastico. Invece si ricorre ai farmaci. Con effetti collaterali importanti, senza dimenticare che questi medicinali in prevalenza non sono autorizzati per uso pediatrico».

Le sindromi più comuni in Italia Le diagnosi più diffuse nel nostro paese sono: depressione, ansia e sindrome da deficit dell'attenzione e iperattività (adhd). Quest’ultima sindrome, in Italia, secondo il registro nazionale dell’ Adhd , colpisce circa 68.000 bambini (1-2%).

Le regioni più colpite Il Lazio, dove si concentra il 9% del totale dei piccoli con diagnosi di Adhd, è tra le prime regioni in classifica, dopo Lombardia (17,7%) e Veneto (10,2%)». Agli ultimi posti, invece, ci sono Basilicata (0,2%) e Molise (0,2%).

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